CASTROVILLARI – Chi voleva insinuare la paura dello “straniero” ieri si è dovuto arrendere alla verità: Castrovillari è una città dal cuore accogliente. E per chi ancora avesse avuto qualche dubbio bastava restare qualche minuto dinnanzi la sede del commissariato di Polizia di Castrovillari dove un fiume di gente ha praticamente offerto i beni di prima necessità senza sosta per una quarantina di migranti provenienti da Corigliano (dove erano sbarcati nella mattinata dalla nave di Medici senza frontiere) ed in attesa di essere schedati e trasferiti nella destinazione abbruzzese indicatagli dalla Prefettura di Cosenza. L’autobus con i migranti – figli dell’ultimo sbarco sulle coste calabresi – non è passato inosservato ai tanti. Qualcuno ha anche provato ad instillare il dubbio che fossero arrivati i primi residenti dello Sprar che doverebbe nascere nella città del Pollino. Ma i più non si sono fermati a guardare il colore della pelle. Piuttosto si sono soffermati ad incrociare gli occhi di quei giovani maggiorenni che hanno impresso nello sguardo l’orrore di chi fugge da chissà quali atrocità della guerra ed è “fortunato” – si fa per dire – perchè il mare di loro non ha fatto bottino, restituendoli alla terra ferma, dove, sperano, potranno costruire quei sogni e desideri che la loro terra natia ha negato per le atrocità di altri uomini. E’ bastato che il tam tam, lanciato dall’Anas in collaborazione con il Commissariato di Polizia di Castrovillari, si diffondesse sui social e per telefono: servono scarpe e qualche indumento per quaranta persone. Decine di cittadini, famiglie, singoli si sono avvicendati senza sosta in una catena umana di solidarietà che non ha precedenti. I volontari dell’Anas hanno coordinato la raccolta di scarpe e indumenti presso la sede operativa dell’associazione nel piazzale dell’autostazione. In commissariato tanti altri hanno bussato alla porta della guardiola per offrire ciò che avevano. In poco meno di due ore è stato raccolto molto più di quanto era necessario. Anche l’Amministrazione comunale non si è tirata indietro ed ha risposto con cuore generoso all’accoglienza temporanea dei migranti offrendo il contributo economico necessario per soddisfare l’acquisto di un saccheto alimentare da viaggio. Una vera catena di solidarietà che è passata di casa in casa, di bocca in bocca, ed ha raggiunto l’obiettivo sperato. Nessuno ha avuto paura del “diverso”, nessuno si è soffermato a guardare il colore della pelle, nè la religione professata. Nessuno è stato diffidente. Chi fuggiva dall’orrore ed è scampato alla traversata del mare non ha trovato pugni chiusi ma solo braccia aperte, comprensive del dolore, che prima del colore della pelle hanno guardato al cuore, facendo trionfare la speranza che un mondo diverso si può costruire con piccoli gesti quotidiani.