Castrovillari celebra la festa della Liberazione nella memoria di chi ha dato la vita per la libertà

d25APRILE2016

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CASTROVILLARI – “Dobbiamo essere grati a chi sacrificò la propria vita perché potessimo vivere in Libertà e in Pace.”
Sono state queste le parole ed i sentimenti che hanno riecheggiato nei vari momenti della giornata castrovillarese per il 71° anniversario del 25 aprile richiamando a ciascuno, soprattutto, di essere instancabile costruttore di unità e promotore di dignità oltre che Testimone vivo di tali tensioni.

La celebrazione, organizzata dall’Amministrazione comunale in collaborazione con le Associazioni combattentistiche, d’Arma e la partecipazione delle Forze dell’Ordine e dell’Esercito, ha sottolineato tali valori durante l’istante di raccoglimento dinanzi al monumento ai Caduti per la deposizione della Corona d’alloro, dove il  coro Nova Vox  Aurea, diretto dal maestro Agnese Bellini, ha interpretato alcune arie per sottolineare la commemorazione, mentre il corteo raggiungeva i luoghi predisposti e nella chiesa dei Sacri Cuori dove il parroco, don Carmine De Franco, l’avvocato Francesco Saraceni quest’ultimo a nome e per conto della Sezione Reduci e Combattenti “Ettore Manes” del posto, il Sindaco, Domenico Lo Polito , ed il Tenente Massimo Cipolla , comandante del NORM Compagnia Carabinieri di Castrovillari che ha letto la Preghiera della Patria, hanno riproposto e ribadito, ricorrendo ad esempi, argomenti ed urgenze, anche comportamentali, questi fondamenti per una crescita civile più diffusa ed inclusiva dei nostri ambiti e della stessa nostra Nazione.
La manifestazione ha, così, affermato e rilanciato esigenze semplici quanto irrinunciabili per il vivere , la pacificazione e lo sviluppo dei popoli che  devono sempre più farsi carico, ciascuno a partire dalla propria cultura e storia, della responsabilità verso gli altri che non godono gli stessi diritti, sviluppando un atteggiamento “nuovo” che i Grandi Conflitti del passato avevano già profetizzato, in quei “corpo a corpo” sanguinosi, vivendo “sulla loro pelle” le tremende ricadute e contraddizioni suscitate dall’intolleranza e dalla mancanza di vera condivisione: il male dell’umanità.