CASTROVILLARI – Dopo sette anni di calvario il primo risultato positivo per Francesco Martino, i lavoratore di Ferrovie della Calabria affetto dalla sindrome di Berger, è arrivato. Nei giorni scorsi, a seguito delle continue richieste di poter avere un ufficio a norma di legge dove espletare le sue mansioni di dipendente della ditta di trasporto pubblico della Calabria compatibile con il suo delicato quadro clinico, l’azienda gli ha fornito una sedia a norma secondo i canoni di sicurezza sul lavoro al posto di quella di legno sulla quale era costretto da tempo. Per il lavoratore è una «vittoria” che arriva dopo tanto tempo in cui è riuscito a «tenere testa al potere e all’arroganza» di chi lo vorrebbe vittima di un sistema e grazie al contributo dei media, in particolare la nostra testata, che da qualche mese segue la sua vicenda che è davvero una odissea lunga quanto un fascicolo contente oltre centotrenta documenti ufficiali. Dove non sono arrivate le relazioni mediche che a decine e decine indicano l’insufficienza renale cronica con ipertensione arteriosa, poi confermata dalla Asl di Castrovillari come Nefropatia di Berger in «grado severo» che lo costringe ad «evitare stress psicofisici ed eventuale attività lavorativa che comporta turni stressanti», sono arrivati gli articoli di giornale per sottolineare la sua necessità ad avere un ambiente di lavoro confacente alle sue delicate condizioni di salute. Costretto a vivere in macchina nel suo turno di lavoro per molti mesi, a seguito della nostra prima pubblicazione ricevette una lettera che lo assegnava ad un ufficio nei pressi dell’autostazione di Castrovillari. Con protocollo n°97 del 10 dicembre 2015 che gli si comunicava di poter svolgere «la propria prestazione lavorativa, utilizzando la postazione all’uopo individuata nell’ambito dei locali Ufficio Addetti all’Esercizio». Un passo avanti per la sua precaria condizione di salute che Martino ha deciso di ottenere fino in fondo, come già dimostrato con le denunce circostanziate presentate alla Procura della Repubblica in più riprese nei confronti dell’azienda. Così ha riscritto di nuovo chiedendo che «il locale individuato sia dotato in toto di quello che richiede il D.L. 81/2008» per rispettare al meglio le condizioni fisiche dello scrivente. Per ora è arrivata la sedia. Magari tra qualche tempo arriverà anche tutto il resto. Accanto alla sua vicenda, però, se ne muove un’altra ricca di altrettanta profonda ingiustizia: quella che riguarda Rosario Rummolo, che racconteremo nei prossimi giorni anche a seguito degli ultimi interventi in merito espressi dall’assessore regionale ai trasporti, Roberto Musmanno.