Caso Bergamini. Facciolla pronto a riaprire le indagini

bergamini facciolla

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CASTROVILLARI – Se ci saranno nuovi elementi da valutare il caso sospetto della morte del calciatore del Cosenza Calcio, Denis Bergamini, potrebbe essere riaperto dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. Lo dice fiduciosa alla stampa – al termine del cordiale e intenso colloquio con il procuratore capo della procura castrovillarese, Eugenio Facciolla – la sorella del bomber rosso blù, Donata Bergamini. Ieri mattina presso l’ufficio del procuratore capo di Castrovillari (nella foto di Cosenzapost.it), insieme agli avvocati Fabio Anselmo e Sabrina Rondinelli, che assistono la famiglia Bergamini in questa lunga e complessa ricerca della verità sulla morte del calciatore, Donata è rimasta per più di un’ora. Un incontro dichiarato «ottimo» dai legali di parte che ora dovranno lavorare per presentare, all’attenzione della Procura di Castrovillari, nuovi elementi per consentire di far partire la terza inchiesta per accertare il decesso del calciatore del Cosenza morto nel novembre del 1989 perché suicidatosi gettandosi sotto un camion sulla Statale 106 jonica, all’altezza di Roseto Capo Spulico. Ma a questa tesi la famiglia non ha mai creduto. La sorella del centravanti ha sempre sostenuto che suo fratello non avesse alcun motivo per suicidarsi e cerca da sempre di scrivere una pagina di verità su questa storia complessa. Per questo, dopo l’insediamento di Eugenio Facciolla nella Procura di Castrovillari, aveva chiesto di poter incontrare il procuratore che ha incontrato i legali e la famiglia del calciatore. Donata si è dichiarata «fiduciosa che la verità verrà a galla» se la procura dovesse avere elementi ulteriori per riaprire le indagini ed andare fino in fondo a questa storia. Ovviamente gli avvocati Anselmo e Rondinelli hanno deciso di mantenere il più stretto riserbo rispetto al colloquio con il procuratore di Castrovillari. Da dove ripartire è una delle domande chiave per rimettere in piedi una indagine e cercare la strada utile per accertare la ricerca della verità per la quale Donata Bergamini non si è mai rassegnata. Il colloquio di ieri arriva a pochi giorni dalla lettera di Isabella Internò ai quotidiani. Dopo un lungo tempo di silenzio la ex fidanzata di Donato Bergamini che era con lui quella tragica sera dell’89 ha ribadito di non aver avuto responsabilità nella morte del centrocampista rossoblù. Ed ha chiesto che venisse dato il giusto risalto alla sua estraneità dai fatti interrompendo la «speculazione mediatica» sulla sua persona. Da quel giorno sono passati «trent’anni – ha scritto la Internò nella sua lettera – di indagini, processi, archiviazioni, congetture, fino alla decisione dell’archiviazione del 30 novembre del gip di Castrovillari. Decisione scaturita a seguito della richiesta di riapertura delle indagini formulata dai difensori della famiglia Bergamini ed apparentemente fondata su nuove consulenze e nuove testimonianze. Consulenze rivelatesi prive di fondamento e riscontro, testimonianze superflue e inconferenti». Ma per Donata la parola fine deve essere ancora scritta sulla morte del fratello Denis. Ora tenterà di capire insieme ai suoi legali da dove ripartire per far riaprire il caso sulla morte di Bergamini.