Cantiere fermo sulla Firmo-Sibari. Rischiano il posto in centocinquanta

lavori ss106

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CASTROVILLARI – Il cantiere della Firmo Sibari «è fermo» e se questo stallo dovesse continuare «sono a rischio i livelli occupazionali di circa 150 lavoratori locali e la stessa realizzazione dell’opera». Lo annuncia Antonio Di Franco, della Fillea Cgil, che insieme alle altre organizzazioni sindacali ha partecipato al confronto, presso gli uffici di Confindustria Cosenza, con il responsabili della Firmo Sibari Scarl, Gianluca Furlani e Francesco Paolo Stella, proprio per conoscere lo stato dell’arte del megalotto 4 che interessa la SS534 nel raccordo autostradale che collega la A3 dello svincolo di Firmo con la SS 106 jonica allo svincolo di Sibari. Nel corso della riunione si è appreso che l’azienda nel fornire un «quadro complessivo delle attività» ha evidenziato che «sta attraversando una fase di complessiva forte criticità economico finanziaria. Ciò – è scritto nel verbale riassuntivo della riunione – discende, innanzitutto, dalla rigidità del sistema creditizio e dall’impossibilità di individuare fonti alternative di approvvigionamento di risorse utili per la regolare esecuzione delle opere e il sostenimento di un cantiere di rilevanti dimensioni. Tale contesto potrà generare riflessi negativi sulla corretta gestione del cantiere stesso». Per questo Antonio Di Franco e Vincenzo Veneziano per Fillea Cgil, Pasquale Costabile e Franco De Vuono per Filca Cisl, Bruno Marte per la Feneal Uil, insieme alle Rsa, Domenico Biagio Nicoletti e Claudio Braccioforte, hanno manifestato «forte preoccupazione» per quanto riferito dall’azienda e chiesto alla Prefettura di Cosenza un incontro specifico al «fine di poter comprendere quali possano essere ulteriori eventuali elementi di supporto alla salvaguardia occupazionale ed alla realizzazione dell’opera». Questo perché ritengono «essenziale il corretto completamento delle attività e la piena realizzazione dell’opera, anche in relazione alla strategicità della stessa ed alla rilevanza socio occupazionale. Tale incontro, da tenersi anche con la partecipazione della committenza, dovrà avvenire nell’ambito delle previsioni del protocollo di legalità che prevede, tra l’altro, anche specifici interventi per fronteggiare le situazioni di crisi. «La situazione si è drasticamente complicata» – sottolinea ancora DI Franco – anche perché l’opera è «interamente finanziata con risorse comunitarie che se non saranno rendicontate entro marzo 2017 non saranno più disponibili». Per i Sindacati «va garantita la continuità del cantiere ed il mantenimento dei livelli occupazionali» per questo si chiede ad Anas e le istituzioni di «mettere in atto tutte le sensibilità giuste per far ripartire il cantiere». Alla luce di ciò lo sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil per il prossimo 14 dicembre «è ancora più attuale» – aggiunge Di Franco. Il pericolo è che la «situazione infrastrutturale» del territorio «rischia di collassare con la perdita di molti posti di lavoro».