Cgil : A Mormanno la sfida l’hanno vinta i lavoratori

renzi mormanno

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CASTROVILLARI – Se Renzi durante la visita a Mormanno “ha potuto parlare al Paese, alla comunità internazionale, se ha potuto rassicurare che anche nel mezzogiorno qualcosa sta cambiando lo deve soprattutto ai lavoratori”. Lo mette in evidenza Angelo Sposato,  Segretario Generale   Cgil Pollino Sibaritide Tirreno, che pone al centro di questa visita il ruolo fondamentale che hanno avuto le braccia degli uomini. Quella di Mormanno è stata “una giornata storica per i lavoratori”. Lo si evinceva dallo sguardo di ognuno di essi che trasmetteva “l ‘orgoglio di aver compiuto un’impresa, gli abbracci che si incontrano e abbattono quell’ultimo muro hanno sempre avuto un alto valore simbolico”.  Sposato fa notare una cosa sfuggita a molti. “Il primo lavoratore uscito con la bandiera italiana da quel diaframma è stato un lavoratore rumeno, così come lo era Adrian Miholca che con Said Haireche nei cantieri A3 hanno perso la vita e per i quali aspettiamo fiduciosi il lavoro della Magistratura”. Così “come è sfuggito ai più che i tempi di lavorazione nel cantiere Italsarc di Mormanno hanno consentito a Renzi di riscattarsi un po’ dopo la magra figura fatta con la stampa estera in tema di infrastrutture, tentando di presentare l’Italia come un Paese che sta cambiando”. Nel Renzi Day, condito di “immancabili selfie” e super pranzo in galleria (dal costo di 120mila euro)  il Premier ha “dimenticato” di dire “che in quel cantiere ci lavorano tanti lavoratori del Sud e della Calabria, che assieme al sindacato quella sfida sul cambiamento, sui luoghi comuni del sud piagnone, sprecone, ovvero quella della “modernità” non solo l’hanno accettata, ma l’hanno anche vinta”.  Una grande opera pubblica con 1500 posti di lavoro che l’impegno delle  federazioni di categoria per modernizzare il sistema delle relazioni industriali ha  fatto si che venisse vista “come un investimento per il futuro”. Sposato non ha dubbi. Ora il Premier “faccia la stessa cosa, dia concretezza agli impegni assunti e sblocchi subito gli investimenti del terzo macrolotto della statale 106 jonica e proceda al restante investimento dell’intero tracciato Sibari-Crotone-Reggio C.  Inoltre sarebbe utile capire dal Governo gli impegni che si vogliono concretizzare sull’alta velocità e sulle restanti reti, compreso la ferrovia jonica che da Sibari in poi non è nemmeno elettrificata, grande assente nelle dichiarazioni del Premier”. Il sindacato ora vorrebbe capire nei dettagli “come ed in quali tempi utilizzare i tre miliardi annunciati, compreso i 500 milioni annunciati per le trasversali e la manutenzione, per queste ragioni sarebbe utile convocare un tavolo per la Calabria su reti e infrastrutture e redigere un cronoprogramma degli investimenti e della spesa.”  Sposato attende “lo sblocco immediato e l’apertura dei cantieri, i 1500 lavoratori della Salerno Reggio Calabria ed il territorio aspettano con fiducia. Solo così si potranno creare le condizioni per terminare i lavori nei tempi previsti”. Ci si aspettava forse qualcosa di più da Renzi come “maggiori impegni per il mezzogiorno” e “investimenti per lo sviluppo ed il lavoro e soprattutto per la legalità”. Il giorno successivo alla visita del Premier è arrivata l’indagine “Dama Nera” che “fa capire che vi è da fare un lavoro profondo di messa in sicurezza non solo dei cantieri ma anche delle stazioni appaltanti, cosa questa che è sfuggita al Premier.
Renzi è venuto in Calabria a chiedere come al solito conto e di rimboccarci le maniche e lanciare la sfida del cambiamento, della modernità, inneggiando al patriottismo”. Renzi forse “non si è accorto che quella sfida i lavoratori dei cantieri della Sa Rc di Mormanno non solo l’hanno raccolta, ma l’hanno anche vinta. E quella bandiera dell’Italia uscita dal diaframma ed imbracciata con orgoglio da un lavoratore ne è la testimonianza”.