Suor Semplice ed i puri di cuore

suor semplice platea

suor semplice platea

 

CASTROVILLARI – C’era tanta gente domenica sera in chiesa per l’apertura dell’inchiesta diocesana sulla vita, la virtù e la fama di santità di Zi Monaca. A mezz’ora dall’inizio delle celebrazioni sacre, era già difficile trovare posto a sedere. In prima fila (a parte i due sindaci di Castrovillari e Albidona ), non c’erano autorità con posti riservati, perché l’autorità era il popolo di Dio. Ai banchi vicino l’organo, stavano seduti gli esponenti dell’Associazione Suor Semplice. Al collo, un fazzoletto bianco che evidenziava l’appartenenza a quel movimento, nelle mani, il Rosario, i cui grani venivano snocciolati mentre la signora Pasqualina, conduceva il sacro percorso delle cinquanta Ave Maria. A pochissimi minuti dall’inizio della Messa, la Chiesa ha cominciato a riempirsi vistosamente, più di quanto non lo fosse già. Chiunque voleva entrare; del resto non capita tutti i giorni di assistere ad un evento simile: l’istituzione del  Tribunale Ecclesiastico per la beatificazione di una “paesana”. E, mentre i sacerdoti, ciascuno per la sua parte, si preparavano al Sacro officio, i musicisti sistemavano gli spartiti di un momento che sapevano doveva essere anche del popolo, coadiuvati dai cantori abituali della domenica, che non sono solo quelli che siedono dietro l’organo, ma il tutto il popolo di Dio. C’era lo storico Franchino, con i suoi foglietti che sistematicamente estrae dalle tasche del giubbino color sabbia e che tiene tra le mani mentre canta; il buon Antonio, la cui voce monotono e al tempo stesso sonora, rimbomba per tutta la Chiesa di domenica in domenica. Chi conosce la realtà di San Francesco, non può fare a meno di pensare a fedeli come loro assidui, costanti, presenti sempre, sia quando in chiesa le persone si contano sulla punta delle dita, sia quando è invasa da folle oceaniche come domenica sera.
 “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”,  dice la sesta Beatitudine.  Poco prima dell’inizio della Messa, mentre il Vescovo della Diocesi, Monsignor Francesco Savino,  aveva fatto il suo ingresso in chiesa, è arrivato un altro fedelissimo della chiesa di San Francesco; un giovane, cui la vita ha deciso di privarlo di una parte importante di autonomia fisica. La sua compagna di vita è una sedia a rotelle, che la madre costantemente spinge ovunque, anche in parrocchia, per le attività collaterali e per la partecipazione alle funzioni sacre. Anche lui ha voluto unirsi alle preghiere dei fedeli in onore di “Zi Monaca”. In silenzio. Compito, come sempre. E tra i puri di cuore, emergeva la presenza di tre bambini: due, molto piccoli in braccio alle mamme e una di età scolare, seduta accanto all’organo, presa dall’inizio alla fine dalla cerimonia sacra, piena di domande e interrogativi che spaziavano dalle modalità di utilizzo dell’incenso, ai colori dei paramenti, alla scelta di determinati canti. A fine Messa, quando stava per insediarsi il Tribunale Ecclesiastico, l’arrivo di Mario, lo storico Mario di Castrovillari. In mano, una rosa gialla, lasciata sul tavolo delle autorità; poi, uno sguardo verso il Crocifisso, un bacio verso la tomba della Monaca castrovillarese, infine l’uscita.