SIBARI – La Guardia di Finanza di Sibari, nell’ambito di una più complessa attività investigativa condotta a tutela della spesa pubblica nazionale, denominata Easy Allowance 2, ha completato le attività investigative nei confronti di 242 indebiti beneficiari di indennità elargite dagli Enti previdenziali ed assistenziali. L’attività fa seguito a quella dello scorso mese di ottobre 2015, nell’ambito della quale erano state eseguite 11 misure cautelari personali. Stamane è stato eseguito il decreto di sequestro per beni che si aggirano intorno ai 2 milioni di euro emesso dal Tribunale di Castrovillari su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Eugenio Facciolla, nei confronti di 242 persone indagate e indebiti beneficiari di indennità di accompagnamento e indennità previdenziali ed assistenziali. La misura cautelare, rapportato all’indebito beneficio economico ottenuto, il cui valore ammonta ad oltre 2,1 milioni di euro, ha riguardato beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie nella disponibilità degli indagati. Trattasi, in particolare di 120 terreni, 83 unità abitative, 2 locali commerciali, 101 autovetture, 13 motoveicoli. La complessa attività investigativa ha consentitodi segnalare all’autorità giudiziaria 12 soggetti, tra l’altro, per i reati di associazione a delinquere e truffa; 22 soggetti (anagraficamente inesistenti), per concorso in truffa; 447 soggetti, per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e concorso in truffa; l’esecuzione di 2 fermi di indiziato di delitto (ex artt. 115 e 575 c.p.), nei confronti di due soggetti, disposti dall’A.G. di Castrovillari (CS); 11 misure cautelari personali, di cui n. n. 1 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 6 di obbligo di presentazione alla P.G.; del sequestro preventivo di beni, finalizzato alla confisca anche per equivalente, sin alla concorrenza del valore complessivo di circa € 7 milioni, disposto, nel tempo, dalle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Castrovillari, Cosenza, Paola e Lamezia Terme; del sequestro conservativo di beni, a carico dell’indagato principale, sino alla concorrenza dell’importo complessivo di € 4,5 milioni, disposto dalla Procura Regionale della Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per la Calabria di Catanzaro.