CASTROVILLARI – «Questo territorio merita rispetto e coerenza» dice Pietro Molinaro, presidente regionale di Coldiretti, esprimendo la «preoccupazione» degli operatori dell’agroalimentare che opera nella piana di Cammarata, dove dal 2002 esiste la discarica di Campolescia che ha bisogno di essere messa in sicurezza. Il progetto proposto dal Comune, che ha ricevuto l’autorizzazione ed in finanziamento regionale, ha creato allarme tra la filiera agricola che oggi è scesa in piazza con un nutrito serpentone di mezzi agricoli per ricordare che nel distretto agroalimentare di qualità la filiera produttiva vuole assicurare stabilità ai «posti di lavoro» e tutela alla «qualità della vita». Quello che non si vuole accettare è che «un problema economico diventi un ricatto al territorio ed alle imprese agricole di questa regione». Se dunque la tombatura definitiva è una questione di soldi – come confermerà più tardi in Sindaco Lo Polito – allora Molinaro chiede al primo cittadino di essere «al nostro fianco» per chiedere «insieme alla Regione Calabria le risorse giuste per tombare questa discarica senza se e senza ma». Gli fa eco Fulvia Caligiuri di Confagricoltura Cosenza, scesa in piazza per la «tutela del territorio. Siamo stanchi di sentire che l’agricoltura fa segnare positività all’export e quando è il momento di stare al fianco del comparto agricolo non capiamo chi è al nostro fianco se non noi stessi. E’ arrivato il momento di dimostrare che insieme alle istituzioni si trova una strada comune. Non siamo contro nessuno. Ci fa piacere che il Sindaco ha ammesso che il fine ultimo è la tombatura senza possibilità di apportare nuova spazzatura». L’obiettivo è quello di «vendere insieme un territorio» conclude la rappresentante dell’associazione di categoria. In piazza anche la Confederazione Italiana Agricoltori con il suo presidente provinciale, Ferdinando Mortati, ed i delegati territoriali che hanno preso atto del «positivo approccio del Sindaco Lo Polito alla problematica oggetto di discussione e della sua volontà, espressa pubblicamente, di chiudere la discarica. Pur nella triste consapevolezza della difficoltà economica in cui versa l’Amministrazione comunale di Castrovillari, chiediamo la chiusura immediata della discarica, appena terminati i lavori di messa in sicurezza della stessa. In virtù di ciò l’Organizzazione Agricola, a fronte di un dettagliato quadro economico fornito dall’Amministrazione, si impegna a sollecitare l’intervento delle istituzioni regionali, al fine di trovare, in tempi brevissimi, la soluzione finanziaria più opportuna al problema». La discarica di Campolescia, in piena area rurale di Cammarata, non è un problema di oggi. Esiste nel territorio da 14 anni e Domenico Lo Polito vuole riconosciuto il merito di aver torvato il modo di averla «messa in sicurezza. Ci teniamo talmente tanto al territorio che proprio a Cammarata installeremo, grazie ad un privato, una centralina per controllare la qualità dell’aria. Ma non dobbiamo prenderci in giro dicendo tombatura subito. Andiamo alla Regione io sono il primo. Che sia però chiaro non è che nell’attesa di quattro anni che arriveranno i soldi teniamo aperta una discarica non faremmo gli interessi dell’agricoltura» e sulle paure del Comitato contro la riapertura di Cammarata chiosa «non abbiamo l’autorizzazione per riaprirla, abbiamo l’aturizzazione per chiuderla portandola a piano campagna per la capacità residuale». Secondo il quadro finanziario allegato al progetto, infatti, i lavori di adeguamento normativo e aumento della capacità di abbanco costano un milione di euro, quelli per il quale la Regione ha finanziato il progetto comunale, che gli ambientalisti contestano difforme da quello in fase di esecuzione. La chiusura finale (la cosidetta tombatura) costa oltre 900mila euro tra opere di copertura, riqualificazione ambientale e gestione post – operativa). Impegno di spesa che oggi Lo Polito potrebbe trovare in nuove tasse per i cittadini – ma ha già fatto sapere di «non volerlo pensare neppure minimamente» – o, come suggerito da Molinaro della Coldiretti, in una richiesta ad hoc di finanziamento da chiedere alla Regione anche attraverso i progetti di riqualificazione ambientale previste nei nuovi bandi europei a disposizione del comparto agricolo. Ma per il “Comitato contro la riapertura della discarica di Campolescia” la questione è tutt’altro che chiusa perchè la tutela del Distretto Agro-alimentare di Qualità di Sibari «passa attraverso anche l’opposizione all’insediamento di attività e strutture che possano compromettere la qualità dei prodotti e l’immagine del Territorio ove tali prodotti vengono esitati» come la discarica che porta con se anche il «rischio –certo non trascurabile – legato alle attività inerenti lo smaltimento dei rifiuti, che è in tutto il Paese – ed in Calabria più che altrove – inquinato da pesanti e gravi infiltrazioni della criminalità organizzata». Quello che si vuole è «ottenere la messa a norma, la bonifica e l’immediata tombatura di questa bomba ecologica, cosa per cui ci battiamo da oltre 10 anni, senza alcun ulteriore abbanco di rifiuti».
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