SARACENA – Il Sindaco di Saracena, Maria Albino Gagliardi, in queste ore «appare come un nemico dei lavoratori» in quanto ha prodotto un «danno» che è diventato «irreparabile» perché ha «precluso definitivamente la possibilità per questi lavoratori di una futura stabilizzazione». Chi dice il contrario «ha preso un abbaglio». Lo dice con amarezza il segretario comprensoriale del Nidil Cgil, Vincenzo Laurito, dopo le ultime esternazioni del sindaco di Saracena e dei sindacalisti della Cisl Antonello Borsani e Pierpaolo Lanziano (Funzione Pubblica di Cosenza) e Nicola Santonianni (coordinatore zonale CISL – Pollino) a seguito di un incontro in cui i rappresentanti sindacali hanno espresso apprezzamento per la confermata volontà da parte del Sindaco Gagliardi, non solo di proceder sulla contrattualizzazione, ma anche sulla stabilizzazione, dichiarando che sarà possibile recuperare il mese di gennaio – non lavorato – con un aumento delle 26 ore previste. Niente di più errato visto che i lavoratori non potranno più essere assunti per via della specifica scadenza della proroga che era prevista per il 31 dicembre scorso a meno che «non ci sia un provvedimento del Parlamento» che al momento non è previsto, aggiunge Laurito. Quello che viene proposto «come un vanto in realtà è un demerito» perché «il danno prodotto ai lavoratori è irreparabile» in quanto non potranno più essere stabilizzati, senza contare che fin quando non torneranno al lavoro subiranno la penalizzazione della integrazione salariale che in media è di 300 euro mensili. Essendo poi di fatto ritornati nel bacino dei precari non riceveranno «il pagamento del sussidio immediato» ma passeranno mesi prima di poter incassare qualche denaro. Laurito si chiede dunque «questa soddisfazione espressa anche dai colleghi della Cisl da dove derivi» senza contare che proprio qualche giorno fa proprio il segretario Felsa Cisl, Carlo Barletta, insieme ai colelghi regionali di Uil Temp (Gianvincenzo Petrassi) e Nidil Cgil (Antonio Cimino) si erano visti «costretti a stigmatizzare il comportamento di alcuni Sindaci calabresi, di vecchia e nuova memoria , che ancora si ostinano a non sottoscrivere i contratti, nonostante le indicazioni di legge siano chiarissime, e di altri Sindaci che, con atteggiamenti che appaiono furbeschi e discrezionali, e che non vorremmo fossero in realtà anche espressione di pratiche clientelari di antico retaggio, hanno proceduto alla contrattualizzazione di una parte dei lavoratori, lasciandone fuori altri».