CASTROVILLARI – Qualcosa si muove nella vicenda del dipendente di Ferrovie della Calabria, Francesco Martino, la cui storia abbiamo raccontato nei giorni scorsi dalle colonne del nostro giornale. Affetto dal 2001 da un’insufficienza renale cronica con ipertensione arteriosa, poi confermata dalla Asl di Castrovillari come Nefropatia di Berger in «grado severo» che lo costringe ad «evitare stress psicofisici ed eventuale attività lavorativa che comporta turni stressanti», aveva raccontato, dopo una lunga odissea lavorativa, di avere come sede lavorativa la sua automobile. Dopo quell’articolo in tanti gli hanno dimostrato solidarietà e vicinanza, perfino ex dirigenti della società regionale, ed è arrivata anche una comunicazione ufficiale dell’azienda con protocollo n°97 del 10 dicembre 2015 che gli comunica di poter svolgere «la propria prestazione lavorativa, utilizzando la postazione all’uopo individuata nell’ambito dei locali Ufficio Addetti all’Esercizio». Un passo avanti per la sua precaria condizione di salute. Ma ora che ha deciso di raccontare la sua malattia e i «comportamenti» che ha ritenuto «non etici, ostili e persecutori» e che hanno aggravato in passato il suo «già grave e precario stato di salute», già inseriti nelle denunce presentate alla Procura della Repubblica in più riprese nei confronti dell’azienda, è tornato a scrivere alla dirigenza di Fdc in merito all’ultima comunicazione ricevuta. Così ha deciso di andare fino in fondo e «chiede che il locale individuato sia dotato in toto di quello che richiede il D.L. 81/2008» per rispettare al meglio le condizioni fisiche dello scrivente. Altrimenti – aggiunge nella comunicazione indirizzata alla ditta – si vedrà «costretto a segnalare il tutto all’Asp di competenza». Ma non solo. Francesco Martino chiede espressamente di «sapere» quali siano «le mansioni» che la Fdc gli dice di «svolgere in quanto non sono dettagliate nell’ordine di servizio» ricevuto lo scorso 10 dicembre. La sua storia ricca di un faldone che consta di oltre 130 documenti ufficiali che raccontano il suo calvario medico e aziendale è stata, negli anni, corredata di tre denunce alla Procura della Repubblica e sulla quale si sono avvicendati cinque legali per tentare di ottenere i diritti che Martino chiede da anni per avere rispetto della sua condizione di malato cronico con la sindrome di Berger e che si è visto assegnato dalla Asl il 67% di invalidità. Dopo tanto silenzio ora Martino ha deciso di uscire allo scoperto è denunciare quanto gli accade per il suo obiettivo di essere rispettato nella sua dignità di persona e di lavoratore.