CASTROVILLARI – Alzano la voce i lavoratori precari dell’Asp di Castrovillari, assunti presso l’azienda sanitaria della provincia di Cosenza in base alla Legge Regionale n°12/2014. La loro assunzione creò scalpore perché avvenuta nel pieno della campagna elettorale per il rinnovo del Presidente della Calabria, ma oggi a distanza di un anno dal loro inizio del rapporto contrattuale con l’azienda sanitaria hanno deciso di parlare affermando di non essere «più disposti ad assistere ad uno scarica barile di responsabilità tra l’Ente e la Regione Calabria» che potrebbe compromettere il loro futuro. Lavorano da tempo «senza stipendio» e ribadiscono, dopo le polemiche che seguirono alla loro collocazione lavorativa tra le fila dell’Asp, che «non abbiamo rubato nulla a nessuno, né tantomeno veniamo utilizzati su una nostra arbitraria iniziativa. Stiamo dando un contributo determinante all’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza scarsa di personale e deficitaria nei servizi fino ad un anno fa». Non accettano «lezioni di moralità da qualche Organizzazione Sindacale che per tutelare una fetta minima di lavoratori ha condiviso uno sperpero di denaro pubblico, ai danni della collettività, per un appalto di gestione di servizi da parte della stessa Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza e che è anche oggetto di esposto da parte di altre organizzazioni sindacali presso gli istituti competenti». E rincarano la dose della loro protesta. «Se la Politica e le Istituzioni Regionali pensano di decidere quale sarà il nostro futuro commettono un madornale errore perché non è nostra intenzione assistere inermi ad una incresciosa situazione che si sta delineando per negligenze a noi estranee!. Come già successo nel 2011 in occasione del loro primo avviamento assicurano di «subire passivamente una eventuale sospensione motivata da responsabilità prettamente istituzionali». Dppo 12 mesi ed una campagna mediatica «senza precedenti» che ha visto i loro nomi e cognomi sbattuti sulle pagine dei giornali con una richiesta di avvio di indagine sollecitata proprio dal Sindacato per accertare «eventuali irregolarità» sulla loro assunzione si dico delusi dalla «politica che ci rappresenta» perché credono «non ci sarà futuro né per noi né per i tanti disoccupati calabresi. Noi non ci arrendiamo, noi lotteremo con tutte le nostre forze per difendere il diritto al lavoro ed in particolare per difendere questa opportunità dataci da una Legge Regionale che poneva fine ad una vicenda iniziata nel lontano 2010» Chiedono al presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio, di evitare di «far ricadere su di noi responsabilità esclusivamente politiche e burocratiche e affinchè metta in atto tutte quelle condizioni necessarie al superamento definitivo di una vicenda che si sta trascinando da troppi anni. Confermiamo alla nostra rappresentanza sindacale la nostra disponibilità, pur di tutelare il diritto al lavoro, a qualsiasi forma di protesta per non far passare l’idea, da molti – tra cui anche politici – in questo anno dichiarata, di essere un gruppetto di raccomandati che sta lì a titolo di favore anzi che di essere lavoratori precari che senza diritti ma al solo scopo di costruirsi un futuro migliore stanno dando un contributo decisivo al miglioramento dei servizi resi alla comunità».