MORMANNO – Il comprensorio del Pollino potrebbe diventare una polveriera, pronta ad esplodere da un momento all’altro. Dopo gli operai dell’Italcementi di Castrovillari, che hanno iniziato lo sciopero della fame, incatenandosi, a difesa del loro posto di lavoro, da questa mattina anche i dipendenti del Consorzio di bonifica di Mormanno, sono entrati in sciopero e stanno presidiando la diga “Farneto del principe”, nel comune di Roggiano Gravina, urlando tutta la loro rabbia e disperazione. Da maggio, ormai, non percepiscono più lo stipendio e la situazione è divenuta insostenibile, tant’è che venerdì scorso, durante un’assemblea, ci sono stai momenti di tensione, per fortuna poi rientrati. <<Non stiamo avendo – dice un lavoratore al telefono- nessuna risposta da parte della Regione Calabria, la quale non rispetta quanto scritto nella legge regionale, ovvero di contribuire alle spese per l’irrigazione>>. Per quanto riguarda, invece, la Coldiretti sostiene che <<possiamo camminare da soli, il che significa che i contribuenti dovranno pagare per quelli che sono i costi di gestione>>. A tutto ciò va poi aggiunto il fatto che molti non pagano i tributi per l’irrigazione e che diversi sono gli allacci abusivi. Inoltre –fanno sapere quelli del Consorzio di bonifica-<<la commissione tributaria, spesso dà ragione al contribuente e non a noi>>. Va detto che, presso l’ente di contrada Carbonia, a Mormanno, lavorano, fra dipendenti ed operai a tempo indeterminato, 40 persone, a cui se ne aggiungono altre 16 nel periodo estivo. Un totale, dunque, di 56 lavoratori, dietro ai quali ci sono altrettante famiglie per le quali, ad oggi, il futuro si preannuncia alquanto nebuloso. <<Noi chiediamo –dicono i lavoratori- che ci vengano pagate le spettanze arretrate e che la Regione rispetti gli impegni>>. Un grido d’allarme, questo, rimasto, finora, inascoltato. A questo punto non rimane, quindi, che aspettare e vedere come andrà a finire.