LAINO BORGO – «E’ chiusa e chiusa deve rimanere». Il forum “Stefano Gioia” che raduna al suo interno le associazioni, i comitati calabresi e lucani, i sindaci ed i singoli contrari alla riapertura della centrale del Mercure, ritornano a parlare della vertenza alla luce delle notizie che danno imminente la sua presunta riapertura. Questa volta il dito è puntato contro un Sindacato, la Cgil, ed un Sindacalista (Giuseppe Guido, ndr) «in evidenti difficoltà su più fronti vertenziali» che giovano «la carta della centrale, per trovare impossibili rivincite sulla pelle della gente». Per i referenti del forum quelle diffuse nei giorni scorsi sono «informazioni parziali e fuorvianti su una presunta, imminente riapertura della centrale» così come i dati sui «presunti posti di lavoro». Ma la preoccupazione più grande per chi da anni si oppone alla riapertura della centrale a biomasse di Laino Borgo è «sull’evidente pericolo di infiltrazione criminale, al seguito delle attività di approvvigionamento di biomasse della centrale», la cosiddetta «mafia dei boschi» che «è stato clamorosamente e ripetutamente denunciato dagli organi di informazione nazionali e locali ed è stato anche oggetto addirittura di una lettera inviata dai Sindaci di Viggianello e Rotonda – Vincenzo Corraro e Rocco Bruno- al Presidente della Repubblica». Una vicenda sulla quale quelli del no al Mercure indicano un «ostinato silenzio sindacale». «Perché il sindacato ritiene di dover combattere contro i tanti che pure onestamente lavorano seguendo le vocazioni del territorio? La possibilità di accaparrarsi un pugno di tessere e di gloriarsi della riapertura di un impianto dall’impatto certamente disastroso – sotto ogni profilo – rappresenta una posta per cui sacrificare diritti e interessi di un’intera popolazione?». Secondo il popolo contrario al Mercure i dati proposti da Guido nei giorni scorsi «fanno a pugni con l’aritmetica oltre che con la realtà dei fatto universalmente noti». Sarebbe cosa nota che «ove mai la centrale andasse in funzione, le maestranze proverrebbero da altre centrali, senza nuove assunzioni. Così che il tutto si ridurrebbe ad una manciata di addetti esterni (vigilanza e mensa)». Ma tra le preoccupazioni di coloro che si oppongono alla riapertura del sito Enel ci sono anche il traffico di «ben oltre cento camion al giorno» necessari per il trasferimento della biomassa sul sito di Laino «che impatterebbero – sotto tutti gli aspetti, quello viario, quello ambientale e quello della salute – in maniera disastrosa sull’intero territorio».