LAINO BORGO – Il «grande caminetto» della Centrale del Mercure di Laino Borgo è pronto a tornare in funzione. Dopo la decisione del Consiglio dei Ministri che ha chiesto ufficialmente alla Regione Calabria di dare corso al decreto autorizzativo per il presidio energetico dell’Enel, Giuseppe Guido, segretario generale della Filctem Cgil, attende che arrivi la firma definitivamente su questa lunga vicenda che possa dire definitivamente che «la partita è chiusa e si è vinta la battaglia per la salvaguardia dell’ambiente in una terra dove i tassi di disoccupazione sono il doppio della media nazionale». L’accordo firmato presso il Ministero dello Sviluppo economico qualche mese addietro e che ha visto coinvolte le regioni Calabria e Basilicata, il Parco del Pollino, sette comuni e le sigle sindacali del settore, è stato il tassello fondamentale perché questa vertenza territoriale, così tormentata con ben due ricorsi al consiglio di Stato, giungesse in porto con la decisione del Governo di autorizzare la riattivazione della centrale. «Abbiamo creduto in questa scommessa – aggiunge Guido – e ci hanno dato ragione. Da sempre abbiamo detto che se ci fosse stata una sola criticità l’impianto non sarebbe partito. Ma tutti i dati in nostro possesso dicono che al primo punto c’è la salvaguardia dell’ambiente». Ora bisogna accelerare l’iter per arrivare alla firma di riattivazione affinchè tutto il territorio possa beneficiare dell’accordo che riguarda il «grande caminetto» – come lo chiama Guido – alimentato a legna proveniente dalla «filiera corta». Un’operazione che, da indiscrezioni del governo regionale, potrebbe essere conclusa in una diecina di giorni. Ma sul territorio sono già partiti gli incontri di programmazione della struttura organizzativa tra i sindacati ed Enel. Nell’impianto di Laino Borgo potrebbero lavorare tra i 45 ed 47 dipendenti Enel che prenderanno servizi negli uffici (per l’acquisizione della biomassa) e dentro la centrale. Altre settanta saranno impiegate coinvolgendo una decina di aziende nell’indotto che si occuperà della mensa aziendale, la pulizia industriale, quella civile degli uffici e della sala controllo, le attività di carpenteria metallica, manutenzione del verde, la vigilanza, l’ufficio di portineria, le minime opere edili. Senza contare le centinaia di persone coinvolte nella filiera corta del legno per approvvigionare la centrale Enel a biomassa. Ora che «dal punto di vista burocratico la partita è chiusa» si dovrà dare seguito anche all’accordo di programma messo in campo dai soggetti coinvolti e che sul territorio porterà quattordici milioni di euro. Dal monitoraggio sul territorio con la commissione tecnica che nascerà e che coinvolgerà anche gli ambientalisti, agli investimenti infrastrutturali per la viabilità, progetti mirati nel Parco del Pollino per creare occupazione e valorizzare il territorio, i percorsi di coinvolgimento a livello regionale per Lsu e forestali che lavorano nel territorio coinvolto, fino alle nuove figure occupate da Enel (dieci nel sito della centrale ed alre trenta nelle società sorelle collegate al colosso dell’energia) prese dal bacino dei disoccupati nelle aree dei comuni della Valle del mercure.