CASTROVILLARI – Favorire la riduzione degli sprechi alimentari, la produzione e la commercializzazione del cibo sostenibile, la diffusione di agricoltura e zootecnia sostenibile, ma anche l’educazione al cibo, il coinvolgimento delle popolazioni locali nei processi di riconversione o incentivazione delle produzioni alimentari che rispettano il territorio e l’ambiente, ed il mantenimento dei presidi territoriali in aree a rischio di spopolamento. Sono questi gli impegni della Carta del Cibo sano e sostenibile promossa dalla Regione Calabria, dal Parco Nazionale del Pollino, dell’Aspromonte e della Sila, presentata e firmata ufficialmente a Milano presso il padiglione del Corriere della Sera nello spazio di Expo 2015. Il Presidente del Parco del Pollino, Domenico Pappaterra, si è detto soddisfatto per questo importante risultato al quale hanno dato la loro sottoscrizione anche altri presidenti delle aree protette del Paese tra i quali Stefano Pecorella e Paulo Castro di Europarc ed altri illustri ospiti delle giornata calabresi all’esposizione universale di Milano. «E’ la prima volta che viene data grande attenzione al sistema delle aree protette, al loro stare insieme – ha dichiarato Pappaterra nel corso della convention lombarda – Stiamo facendo un grande gioco di squadra. Sono molto fiero che qui ad Expo stiamo parlando di cose concrete, di come i parchi possano dare una mano alla crescita di una regione dal tessuto economico e sociale debole come la Calabria». La Regione Calabria nel nuovo programma regionale ha destinato circa 200milioni di euro allo sviluppo delle aree interne ed un «pezzo di questo risorse sicuramente potranno essere fonte di una utilizzazione virtuosa nei parchi di questa terra» ha continuato il Presidente del Parco del Pollino. Anche il Piano di Sviluppo Rurale della Calabria in gran parte è declinato su politiche che vanno nella direzione di una agricoltura sostenibile. «Il binomio agricoltura ambiente e qualità è fondamentale – ha concluso il presidente del Pollino – chi più del sistema dei parchi può dare una mano a questa nuova azione di formazione e valorizzazione di un sistema agroalimentare diverso per il futuro» ecco perché «la carta deve diventare patrimonio dei parchi italiani e di tutto europarc».