COSENZA – Gli chiedono indietro gli unici due mezzi a loro disposizione, per tale motivo il Soccorso Alpino e Speleologico Calabria da oggi è costretto a sospendere le proprie attività di soccorso in merito alle emergenze di carattere di protezione civile e a ridurre al minimo le proprie attività di soccorso in ambiente montano ed impervio sul territorio regionale. E’ la clamorosa decisione “che mai avremmo potuto immaginare di assumere” afferma il suo presidente Luca Franzese. Tale decisione è scaturita “alla scellerata decisione” della protezione civile regionale che ha chiesto al Soccorso Alpino Calabria la restituzione degli unici due mezzi ad esso in uso, che sono un fiat Doblò del 2004 e un mezzo 4×4 del 2005). Inutile andare a spiegare l’importanza che il SAS con i suoi 170 volontari, con i suoi medici alpinisti e speleologi e con le sue unità cinofili ha sul territorio regionale. I loro interventi diventano fondamentali e la loro vicinanza alle Forze dell’Ordine è vitale in tante situazioni critiche. Un corpo specializzato che in 15 anni di storia in Calabria non ha mai ricevuto “un solo centesimo dalla Regone Calabria”, ma che non si è mai tirato indietro nel salvare centinaia di escursionisti e turisti, andando alcune volte anche a proprie spese nei luoghi più impervi e difficili della Calabria. “Questo provvedimento, a firma del dirigente Ernesto Forte, nasce da una interpretazione del tutto illegittima e singolare delle norme che regolano l’iscrizione al registro regionale delle associazioni di Protezione Civile” afferma il Presidente Luca Franzese il quale comunica di aver interessato “anche il dipartimento nazionale della Protezione Civile che ha chiesto, in queste settimane, la revoca di questi provvedimenti, ma senza neppure essere ascoltato dal dirigente in questione. allo stesso modo, il Soccorso Alpino si e’ rivolto con ripetute richieste di revoca al Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, che ad oggi ancora non ha preso alcuna decisione”. Una decisione clamorosa che deve assolutamente trovare in tempi brevi una igusta soluzione al problema. Lo ricordiamo ancora una volta. Il ruolo del Soccorso Alpino in particolari attività di ricerca e recupero è importantissimo, “oggi però è a rischio per queste decisioni della protezione civile calabrese”. Allo stesso modo una legge regionale, come puntualizza Franzese, individua proprio il soccorso alpino quale unico ente per il soccorso in ambiente ipogeo (sottoterra), oltre che i soccorsi speciali nelle forre, torrenti che con cascate in parete scendono a valle, compiti che nessun ente dello stato e’ in grado di adempiere”. Il Soccorso Alpino ha diverse convenzioni e protocolli d’intesa con la centrale operative del 118 di Cosenza e Reggio Calabria per gli interventi sanitari in ambienti montani ed impervi, anche attraverso l’uso dell’elicottero. “Ora anche questo e’ messo a rischio”. Sarebbe il caso probabilmente di incentivare chi, con sacrificio e professionalità, si mette a disposizione per salvare vite umane. “La Calabria e’ l’unica regione ancora a non erogare finanziamenti al soccorso alpino” afferma Franzese che oggi invece si “umiliato e spogliato di quel pochissimo in suo possesso. Un vero e proprio paradosso a cui, speriamo il Presidente della Regione possa porre rimedio immediatamente. nel frattempo le attività di soccorso, come meglio specificate, sono da ritenersi da oggi sospese sull’intero territorio regionale”.