«Sul fronte della promozione della qualità saremo attori primi». Esordisce cosi Leone Chiaramonte, frantoiano di Saracena, scelto dai suoi colleghi dei comuni di Saracena, San Basile, Castrovillari, Firmo, Altomonte, Cassano alla Jonio, Frascineto, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese, San Marco Argentano, San Giorgio Albanese, Firmo, Terranova da Sibari e Tarsia in qualità di presidente della neonata associazione.
I frantoiani di Pollino e Sibaritide hanno scelto di unirsi per rappresentare le proprie esigenze e aspettative per un settore troppo spesso poco considerato o giudicato l’anello della speculazione. In realtà «spesso i frantoiani non sono stati coinvolti nei processi di creazione di marchi a regimi di qualità, come la DOP o la IGP. Ai frantoiani sono stati imposti solo dei costi aggiuntivi che non trovano riscontri nel mercato, poiché poco o nulla è stato fatto in termini di promozione della DOP o della IGP. Vogliamo dare il nostro contributo ponendoci in prima linea nell’attivazione di percorsi di informazione e promozione per il riconoscimento da parte del consumatore finale delle peculiarità di prodotto che sottendono i regimi di qualità».
Al momento sono 30 le imprese frantoiane coinvolte ne sodalizione che nei giorni scorsi ha visto il suo avvio a Saracena nel corso di una assemblea condotta nel palazzo di città da Leone Chiaramonte, Pierluigi Ferraro e Domenico Gullo, con la gentile presenza dell’assessore all’agricoltura del comune di Saracena, Angela Lucia Pugliese.
Un confronto a viso aperto sullo smaltimento acque reflue e di lavaggio, prezzo delle olive, prezzo dell’olio, prezzo delle sanse, reperimento lavoratori e anche sulle ultime e non minori problematiche quale il caro energia e tutti gli aumenti dei sottoservizi prima di completare l’iter per la costituzione del coordinamento che varerà l’associazione frantoiani con la firma dei 25 soci fondatori e con l’elezione di Leone Chiaramonte, Domenico Gullo, Pierluigi Ferraro, Angiolino Farinella , Matteo Filomia, Luigi Papaleo, Antonello Gialdino, Vittorio Gangale, Andrea De Filippo,Francesco Braile, Tricoci Giuseppe, Leonetti.
«I frantoiani del Pollino e della Sibaritide – esordisce Leone Chiaramonte frantoiano di Saracena – oggi finalmente sono nelle condizioni di essere rappresentati da altri frantoiani, da gente che comprende le loro istanze perché ne hanno condiviso per intero il percorso imprenditoriale. La categoria è stata troppo spesso considerata l’anello debole della filiera agroalimentare
perché ritenuta luogo in cui si concentravano le speculazioni.
Purtroppo la realtà dei fatti è diametralmente opposta: la fase della trasformazione è stata l’anello di congiunzione che per un cinquantennio ha tenuto in piedi la filiera olivicola, e spesso ne ha subito in prima linea i contraccolpi del mercato. Per semplice riduzionismo o per visioni forzatamente semplicistiche si è associata la categoria dei frantoiani alla fase di commercializzazione all’ingrosso del prodotto olivicolo. Ma per anni noi frantoiani siamo stati principalmente il trade d’union tra l’agricoltura e l’industria e se il sistema agroalimentare nazionale e regionale si può fregiare di un valore aggiunto sul mercato per il Made in Italy, lo deve anche a noi, al nostro impegno ed ai nostri sacrifici. Non cerchiamo plausi né menzioni d’onore, ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e se la qualità in bottiglia dell’olio italiano e Calabrese oggi viene riconosciuta ed apprezzata, è anche grazie alle nostre competenze ed ai saperi che abbiamo condiviso con la filiera».
La volontà del sodalizio è quella di fare «massa critica per la vendita in primis dell’olio EVO affinché tutti i frantoiani e le aziende agricole connesse non debbano essere vittime di acquirenti occasionali o mediatori che speculano su di una risorsa importante come l’olio EVO e poi fare massa critica per la vendita delle sanse e perché no dell’acquisto di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili».