Si è svolta mercoledi 12 ottobre presso la sala a piano terra di palazzo gallo, organizzato dalla sezione ANPI di Castrovillari “Castriota – Magnelli”, la presentazione del libro I miei sette padri di Adelmo Cervi che racconta la storia di suo padre Aldo e dei suoi sei fratelli uccisi dai fascisti il 28 dicembre del 1943 a Reggio Emilia, quando lui aveva pochi mesi.
L’evento, moderato da Antonia Romano, vice presidente della sezione Anpi di Castrovillari “Castriota – Magnelli” ha preso il via con i saluti dell’amministrazione comunale di Castrovillari da parte del sindaco Domenico Lo Polito che ha ribadito l’importanza universale dei valori della nostra Costituzione e dell’applicazione dei suoi principi, dell’ente parco nazionale del Pollino nella Persona del suo Presidente Domenico Pappaterra il quale ha sottolineato il grande significato simbolico che rappresenta l’iniziativa in quella sede, in un momento storico e politico delicato come quello che stiamo attraversando. Giunto via mail il saluto invece del Comitato Provinciale di Anpi Cosenza nella persona del presidente Matteo Dalena, che ha afferma l’importanza del percorso di ANPI che condivide i valori dell’antifascismo con spirito di unione e condivisione. La Presidente Ivana Grisolia, in particolare, ha ringraziato i compagni di Reggio Calabria, Cosenza e Basilicata la cui sinergia ha permesso di avere in Calabria e non solo il Compagno Adelmo per la divulgazione di un messaggio di pace e Resistenza, dichiarando che “non è il suo personale, ma è patrimonio prezioso di tutto noi” e tutti colori hanno contribuito alla realizzazione di questa significativa iniziativa.
«Sono onorata di condividere, questa sera, un momento di ricordo e memoria su una vicenda che ripercorre una delle pagine più interessanti della Resistenza italiana narrate attraverso la storia vera di una famiglia, di una comunità che pagò duramente per la sua ben schierata posizione antifascista» afferma sempre la Presidente Grisolia. Quella raccontata nel libro è una storia familiare ma anche la ricerca più intima dell’identità e anche della carnalità di un padre che l’autore sente sempre presente, pur nella sua assenza, nella sua invincibile mancanza.
Ma oltre a questo I miei sette padri è un affresco, anche linguisticamente significativo nella sua genuinità mai ingenua, di un tempo e di una civiltà contadina ormai scomparsa: è una storia di ingiustizie e di miseria, di solidarietà e voglia di riscatto. Aldo è uomo fortemente motivato e impegnata fino in fondo, una persona seria che sarà altrettanto seria anche quando si “volterà” dall’altra parte: nei tre anni di galera militare sofferti ingiustamente, nello studio a cui lo inizia l’università della galera, nell’attività politica, infine nelle esperienze di lotta durante la Resistenza.
La Famiglia Cervi, quasi una tribù, come nella migliore tradizione della civiltà contadina, è composta da Papà Alcide, Mamma Genoveffa e dai 7 figli, tutti ricordati e descritti con ricchezza di dettagli e in maniera coinvolgente e a tratti commovente. Accanto a loro c’è tutto un seguito di parenti, di compagni di lotta e di lavoro e quando l’attività di famiglia cresce sempre più da mezzadri a agricoltori autonomi, Aldo potrà finalmente attuare tutto ciò che ha studiato e appreso nel tempo,nonostante il “fascio” è sempre lì in agguato e quando non danneggia direttamente è lì che ostacola con il suo fare violento e prepotente.
L’intervento, appassionato dell’autore si conclude con la citazione più significativa: “Grazie per “Avermi voltato”, insieme a tanti compagni di ieri e di oggi. Grazie per quelli che “volterai” domani. C’è ancora tanto per cui lottare, in questo mondo.” Durane la manifestazione La Presidente nel ringraziare nuovamente per la disponibiltà e l’entusiasmo con cui ha accolto l’invito a partecipare, omaggio l’autore del libro Adelmo Cervi col fazzoletto ANPI, dall’alto valore simbolico e storico, personalizzato con la dicitura della nostra sezione intitolata ai Compagni Castriota – Magnelli.