Mancano infermieri, gira 4 ospedali per effettuare una gastroscopia

pronto soccorso ambulanza cv

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Tre giorni di attesa e quattro ospedali per poter effettuare una gastroscopia, necessaria a valutare lo stato di salute (probabilmente emorragico) di un paziente. L’odissea che racconta ancora una volta il limbo che avvolge la sanità territoriale si chiude a Cosenza presso l’ospedale dell’Annunziata, dove un uomo della costa jonica arriverà stamane inviato d’urgenza dal pronto soccorso di Castrovillari. Due giorni prima l’uomo che accusa un malore si presenta al pronto soccorso dell’ospedale Giannettasio di Rossano. Gli viene diagnostica una grave anemia e trattato con numerose trasfusioni per stabilizzare il suo quadro clinico, prima di rimandarlo a casa con dimissioni dalla strattura sanitaria. Venti ore dopo è di nuovo in sofferenza e questa volta “bussa” alla porta dell’ospedale di Trebisacce che in poco tempo lo trasferisce presso il Pronto Soccorso di Castrovillari. Qui dovrebbe effettuare la gastroscopia utile a capire se ha un emorragia in corso che potrebbe causare il forte stato di anemia nel giro di così poche ore. Ma il reparto non effettua l’esame se non in presenza di due infermieri, che specialmente di notte non ci sono a causa della mancanza di operatori (più volte denunciata anche delle colonne del nostro giornale) e oggi accentuata dall’assenza causa malattia del personale sanitario.

Così inizia un nuovo calavario del quale si fa carico, con grande professionalità, il personale del Pronto Soccorso di Castrovillari che allerta il centro di riferimento di Cosenza per trasferire il paziente, dopo averlo stabilizzato. Una storia che ancora una volta ripropone il bisogno di risposte urgenti per una sanità che si regge solo sulla grande professionalità e l’abnegazione di chi ogni giorno si fa carico del giuramento di Ippocrate e cerca di dare risposte alle persone che chiedono aiuto. Al pronto Soccorso di Castrovillari, ad esempio, di 9 medici previsti in pianta organica ne sono presenti solo 5 che devono coprire turni estenuanti e che, in situazione di emergenza come quella registrata stanotte, se costretti a rimare al telefono per contattare altre strutture mediche per trasferire casi limite, rischiano di non poter assistere le altre emergenze che si presentano.