Difendere il Biondo di Trebisacce, e tutte le colture a rischio del territorio, dalla speculazione dei mercati e focalizzare l’attenzione sul valore aggiunto che le produzioni di qualità offrono al territorio in termini di tradizioni, identità, sostenibilità ambientale ed economica. E’ la scelta che da sempre Slow Food, attraverso il lavoro della condotta Magna Graecia Pollino, ha fatto rispetto alle coltivazioni a rischio del Pollino e della fascia jonica e sibarita, riproponendo la necessità della filiera corta e del sostegno ai produttori attraverso azioni di tutela e valorizzazione delle identità alimentari del territorio.
Una scelta non solo di sostenibilità ambientale ed economica ma anche etica, rispetto al lavoro e al riconoscimento del giusto prezzo dei prodotti, spesso soffocati dalla speculazione dei compratori che non danno dignità alla filiera e ai produttori custodi. «Il nostro impegno – scrive il comitato di condotta, presieduto dal fiduciario Andrea Casaleno – sarà quello di attivare processi di confronto e dialogo con i produttori sostenendo la filiera corta, sia nelle lavorazioni, ma soprattutto nella scelta della filiera di vendita sui mercati. Non possiamo più permettere che queste eccellenze alimentari territoriali si affidino ad intermediari di vendita che guardano al profitto, senza tutelare la valorizzazione della filiera. La nostra volontà sarà quella di costruire un percorso di dialogo, coinvolgendo anche gli amministratori locali insieme ai produttori, per costruire una rete di mercato diretto di vendita, senza passare dai moderatori che rischiano di abbattere i prezzi di vendita a danno della filiera agricola del territorio».
La volontà è quella di puntare sulla costruzione di un marchio commerciale che identifichi l’Arancio Biondo tardivo di Trebisacce offrendogli una riconoscibilità sui mercati capace di rafforzarne l’identità che lo colloca, nel panorama della filiera agrumicola, come tipicità con qualità organolettiche straordinarie, periodicità di produzione che non segue il resto della stagione dei prodotti della sibaritide ma si colloca in una nicchia di mercato unica, offrendo a questo areale produttivo che coinvolge tutta la fascia jonica dal Rocca Imperiale (conosciuto per il limone Igp) a Corigliano Rossano (con le sue clementine) una continuità economica lunga capace di dare rilevanza economica di grande respiro alle comunità che vi gravitano attorno.
In questo senso la condotta, che ha già segnalato il Biondo Tardivo di Trebisacce nell’Arca del Gusto della fondazione Slow Food per la tutela della Biodiversità, continuerà a lavorare per la tutela di questo prodotto dialogando con i produttori ed ha già fatto richiesta al Comitato Esecutivo nazionale per l’avvio dell’iter valutativo per il riconoscimento di Presidio Slow Food.
Alla vigilia della festa del Biondo Tardi di Trebisacce serve «accelerare il percorso di dialogo con il territorio, evitando strumentalizzazioni inutili, costruendo una sinergia utile al rilancio del prodotto sui mercati, rispettando l’identità, la biodiversità e la filiera agricola. Questioni che rilanceremo ai futuri amministratori di Trebisacce con i quali, ci auguriamo, si possa costruire un’alleanza strategica per il futuro di questa identità alimentare».