LAINO BORGO – «Il pentastellato Pedicini avrebbe fatto bene a documentarsi prima di parlare della centrale rinnovabile Enel del Mercure. Avrebbe evitato certamente una brutta figura e sarebbe risultato meno ignorante. Visto che la centrale è spenta da alcuni mesi deve spiegare Pedicini come fa a parlare di impianto inquinante. Spieghi anche come fa a parlare di un impianto obsoleto se non lo ha visitato internamente visto che non ha mai fatto richiesta per una visita che certamente lo avrebbe aiutato a capire e parlare conoscendo piuttosto che a casaccio. Se lo avesse fatto avrebbe trovato un moderno impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili». Così il comitato favorevole alla riapertura della centrale del Mercure attacca il pentastellato che era intervenuto sull’annosa questione della centrale nella Valle del fiume Lao. «Saremmo curiosi di conoscere il tipo dei rilevamenti ambientali fatti, quali apparecchiature sono state usate e chi ha sostenuto i costi visto che le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale Calabrese e Lucana (Enti preposti per legge ai controlli) hanno installato nella zona uno dei più importanti sistemi di rilevamento della qualità dell’aria di tutta Italia. Quello che critica è un impianto a energia rinnovabile che utilizza solo biomassa legnosa vergine le cui emissioni, nel periodo di funzionamento, sono risultate assolutamente irrilevanti per tutto il territorio. Questi sono fatti. Sono dati scientifici delle ARPA Regionali Calabrese e Lucana disponibili a tutti non chiacchiere o indagini fatte non si sa bene da chi tanto per farsi pubblicità». E’ «assolutamente falso – aggiunge il comitato del Si – che la centrale è stata chiusa perché non rispettava varie norme nazionali ed europee sul piano ambientale e paesaggistico. L’unica ragione per la quale il Consiglio di Stato aveva disposto lo stop era solo ed esclusivamente di carattere amministrativo a seguito di un ricorso presentato da uno sparuto gruppo di contrari alla centrale».