La Cgil Pollino Sibaritide Tirreno parteciperà al festival della legalità che si terrà a Ca-strovillari dal 20 al 23 Maggio e condivide la scelta della amministrazione comunale di rendere protagonisti i giovani nei tanti appuntamenti e dibattiti che si terranno durante la rassegna.
Le crisi economiche e finanziarie, la pandemia, le guerre vicine e lontane dell’ultimo periodo hanno reso evidente la matrice che ci ha resi tutti più fragili, sacrificando i valori alla base della coesione sociale. Un modello di sviluppo basato sulla supremazia del mercato, sul principio della competitività al ribasso, sulla speculazione, sul ricatto e sullo sfruttamento ha progressivamente indebolito la società e ha contemporaneamente rinvi-gorito una criminalità che del profitto, del controllo sociale, della condizione d’indigenza diffusa ne ha sempre fatto una regola d’oro.
Ma se le crisi sono l’evidenziatore di tutte le difficoltà, esse possono essere anche l’acceleratore d’importanti cambiamenti. Fondamentale dunque è stabilire su quali pilastri poggiare questi cambiamenti.
«La cultura della legalità, per la Cgil,- scrive Giuseppe Guido, segretario generale comprensoriale – costituisce il pilastro portante ed essa si favorisce nella difesa dei diritti collettivi, nella pace, nella giustizia sociale, nell’affermazione del valore del lavoro, affinché possa diventare l’argine capace di fermare quel processo di disgregazione sociale che è alla base di ogni potere criminale».
Oltre al dibattito “Caporalato agricolo: il cammino verso la libertà” che ci vedrà protagonisti dell’incontro tra gli studenti dell’istituto tecnico “E. Fermi” e il segretario generale della Flai Cgil Comprensoriale, Federica Pietramala, saremo presenti con una delegazione alla cerimonia di intitolazione di una via della città a Peppino Impastato.
«Riteniamo un fatto particolarmente importante che Castrovillari ricordi un giovane, giornalista ed attivista siciliano perché tra i tanti meriti che vanno riconosciuti a Peppino Im-pastato c’è quello di aver compreso che era necessario sì denunciare la presenza mafiosa, ma che andava fatto grazie alla potenza comunicativa della radio e con un lin-guaggio nuovo, che arrivasse ai giovani. Invitiamo, infine, Castrovillari e la sua amministrazione a continuare in un vero e proprio percorso di memoria dei diritti, della lotta alle illegalità, dei valori della democrazia che guardi alla individuazione di una piazza da dedicare ai Partigiani o a luoghi in cui ricordare, tra gli altri, Placido Rizzotto (partigiano e sindacalista), Giuseppe Letizia (pastorello di 12 anni ucciso per aver visto l’assassinio del Rizzotto), Salvatore Carnevale (sindacalista e politico ucciso dalla mafia) e Pio La Torre (politico e sindacalista ucciso su ordine di Riina e Provenzano).