Crescono le adesioni al Movimento federativo delle minoranze linguistiche

Bukuria Arbëreshe costume Lungro03

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Crescono le adesioni al Movimento federativo delle minoranze linguistiche, rappresentanza politica nata per rivendicare i diritti negati delle isole alloglotte del Meridione d’Italia. Al gruppo costituente già convogliato sotto la sigla “N.A. Nuova Arbëria” e già costituitosi davanti al notaio, oltre ad intellettuali, amministratori ed imprenditori operanti in Calabria, hanno aderito personalità di spicco del mondo accademico, politico e artistico che operano nelle province di Roma, Milano, Matera, Campobasso, Napoli e Palermo. Il Movimento è impegnato a raccogliere le adesioni dei rappresentanti delle altre due minoranze calabresi ( grecanici ed occitani) nonché delle altre realtà alloglotte del Meridione d’ Italia.
Fondatori e soci del Movimento federativo, Nicola Bavasso, Francesco Altimari, Mario Brunetti, Ettore Bonanno, Enrico Newton Battaglia, Emanuele Basile, Matteo Mandalà, Nicolino Iavasile, Angelo Minisci, Saverina Bavasso, Rosina Carbone, Vincenzo Perrellis, Santino De Bartolo, Eugenio Marigliano,  Mariangela Presta, Maria Frega, Lucia Brunetti, Ursula Basta, Stefania Lesci, Francesco Fabbricatore  e Mario Scirchio, all’indomani del confronto che si è tenuto di recente, denunciano il sabotaggio da parte delle stesse istituzioni statali e regionali della Legge 482/99, la normativa nazionale approvata per tutelare le dodici minoranze linguistiche presenti sul territorio nazionale e rivendicano tre fondamentali norme di salvaguardia: scuola, comunicazione attraverso i mass media e garanzia di presenza nelle istanze istituzionali.
«Dopo 20 anni  – sostengono i fondatori di N.A. Nuova Arbëria – il bilancio di attuazione della legge 482/99, per la popolazione italo-albanese, è del tutto negativo. Anche per la debolezza delle istituzioni locali e, soprattutto, delle Regioni. Gli stessi rappresentanti delle istituzioni regionali calabresi che avrebbero dovuto sollecitare il rispetto dei diritti delle minoranze e vigilare sulla corretta applicazione delle prerogative, oggi continuano a promuovere sterili passerelle all’ interno degli uffici del Consiglio regionale. Ci troviamo oggi a dover costatare l’assoluta sottovalutazione di questo diritto essenziale che ha indotto i sottoscritti a dar vita formalmente, dopo ampia consultazione nelle comunità interessate, ad un movimento politico auto organizzato per fare un salto di qualità e dare certezza alla difesa del diritto delle minoranze linguistiche di antico insediamento». Tale organizzazione non può riguardare solo i diritti civili e sociali.
«Per rovesciare il paradigma che ha portato alla rottura del rapporto tra amministratori e amministrati – chiosano i responsabili di N.A.- abbiamo deciso di fondare il Movimento federativo delle minoranze linguistiche poiché occorre intensificare lo sforzo di realizzazione dei diritti politici, dei diritti di rappresentanza e anche quelli istituzionali».