Gli effetti del conflitto che interessa l’Ucraina sono ancora poco verificabili. Non solo per la questione delle relazioni internazionali che ne conseguiranno ma soprattutto per l’emergenza umanitaria che si profila. Dalle prime stime, considenza che in Italia risiedono 250mila ucraini, si valuta la possibilità che l’esodo dei profughi nel nostro Paese si attesti intorno a stime che parlano di 900mila persone, nella maggior parte dei casi donni, bambini e anziani. Una emergenza internazionale che coinvolge tutto il territorio nazionale e per la quale si sta attivando anche la Diocesi di Cassano allo Jonio.
A seguito dell’incontro avuto con la Prefettura di Cosenza, la Questura, l’ASP, le forze dell’ordine e tutte le associazioni la Caritas della Diocesi di Cassano All’Jonio, attraverso il suo direttore, don Mario Marinmo, comunica che rispetto all’accoglienza la prima, e urgente, cosa da fare è la mappatura dei luoghi che potranno garantire l’ospitalità. Vi è l’urgenza di capire: chi è realmente disposto ad accogliere; dove (case private messe a disposizione dalle famiglie, canoniche, …) e il numero dei posti letto, da comunicare in tempi brevi quanto in elenco richiesto alla mail della Caritas diocesana: caritas@diocesicassanoalloionio.it oppure, tramite messaggio, al numero del direttore 3292086167.
«Cogliamo l’occasione – afferma don Mario Marino -, per far diventare l’accoglienza diffusa un momento di opportunità per tutti, cercando di assegnare centralità alla comunità (parrocchie, istituti religiosi, famiglie, ecc.) intesa come sistema di relazioni in grado di supportare il processo di inclusione sociale per le persone che hanno lasciato la propria terra a causa della guerra. Fondamentale – aggiunge il direttore della Caritas diocesana – è lavorare in stretta collaborazione con le istituzioni del proprio territorio. Suggeriamo, sin da subito, di avviare come comunità di parrocchie tavoli di consultazione con le amministrazioni comunali, le quali ricevono prontamente le direttive della Prefettura e del Governo per la gestione dell’accoglienza, con le forze dell’ordine presenti nel proprio comune e con le cooperative e associazioni che già per propria natura statutaria svolgono attività di accoglienza».
Un aspetto importante sarà la questione sanitaria. L’Ucraina, come ha sottolineato l’Asp, è uno dei paesi con il minor numero di persone vaccinate in Europa. A novembre 2021, solo 7 milioni e mezzo di persone in tutto il paese si è vaccinato con doppia dose, meno del 20% della popolazione. «Non dimentichiamo – aggiunge don Mario Marino – che siamo ancora in pandemia. Dunque gli ucraini che accoglieremo dovranno essere sottoposti a tampone, tramite le ASP locali e, nel caso in cui non siano vaccinati o non abbiano un vaccino riconosciuto nell’UE, affrontare un periodo di quarantena». L’Asp ha dato disponibilità sia sui tamponi e sia sulla gestione dei vaccini. Già in tanti arrivati in Europa si stanno rendendo disponibili alla vaccinazione. «Nostro compito – rimarca il direttore Marino -, sarà quello di accompagnarvi passo dopo passo per garantire: l’adeguato accompagnamento delle persone che accoglieremo, l’assistenza sanitaria, l’assistenza psicologica e l’assistenza legale».