CIRO’ – Uno stage (in termine tecnico) nella terra del vino calabrese forse più conosciuto al mondo: il Cirò. L’associazione Vinarius, che rappresenta le enoteche italiane, ha vissuto quattro giorni a stretto contatto con i produttori e la storia del vino calabrese per conoscere da vicino la produzione, i vignaioli, le aziende storiche ed i giovani che che guidano la rivoluzione ed il fermento del vino in Calabria. Guidati da Andrea Terraneo, presidente del sodalizio, sono stati accolti dal consorzio vitivinicolo di Cirò, presieduto da Raffaele Librandi. Un viaggio intenso ed emozionante nelle vigne, tra le cantine storiche, incontrando i testimonial del vino cirotano e le nuove leve tutti uniti da uno spirito di collaborazione e «volontà di lavorare in gruppo che ci ha colpito» racconta il presidente di Vinarius. Sinergia e positività che si ritrovano nei vini, sicuramente diversi rispetto al passato, e che hanno vissuto una «evoluzione» che li rende «appetibili sul mercato e per il consumatore». Il resto l’ha fatta l’accoglienza in stile calabro ed il territorio che ha sopreso per le sue vigne ordinate quasi in maniera maniacale. Un cammino intrapreso che è la strada giusta per comunicare la Calabria del vino che affascina e attrae per interesse e produzioni gli operatori del settore. Per Raffaele Librandi, presidente del Consorzio di Cirò e Melissa, una «opportunità importante» la presenza dei soci di Vinarius sul territorio – ha spiegato – per far conoscere agli operatori delle più prestigiose enoteche italiane un vino non certo di facile approccio, ma dalla marcata identità. Il primo tassello di una serie di iniziative da portare avanti proprio con Vinarius che prossimamente ritornerà in Calabria con altri soci e che organizzerà in 100 enoteche italiane la settimana del vino calabrese. Nel corso dello stage i soci di Vinarius hanno incontrato le aziende Librandi, Ippolito, ‘A Vita, Scala, Calabretta, Sergio Arcuri, Tenuta del Conte, Dell’Aquila.