Connubio a tavola calabro – lucano. Parola di Chef

moscato tarallo

moscato taralloROMA – Metti un prodotto identitario, riconosciuto come Presidio Slow Food, e abbinalo ad un prodotto altrettanto valido, croccante e zuccherato di una regione vicina, ed il matrimonio di gusto è fatto. Non ci credete? Fidatevi. Non di noi, ma della sapienza di uno chef Tre forchette del Gambero rosso, come Mauro Uliassi. E’ suo l’abbinamento finito sulle pagine della rivista Gambero Rosso, in edicola nel mese di Luglio, che abbina il Moscato di Saracena delle Cantine Viola al Tarallo Aviglianese del Forno Sorelle Palese di Potenza. A guardalo bene il tarallo lucano assomiglia ai “zuccariddi” che proprio a Saracena, paese del Moscato di Saracena, la tradizione accompagna al passito che conquistò anche i papi nei secoli passati. Il Tarallo aviglianese si impasta con un pò di farina, uova, olio extravergine di oliva, zucchero, acqua ed anice. Dopo averlo prodotto si getta in acqua bollente e quando risale si asciuga e scola e si guarnisce con una glassa bianca di zucchero. Lo Chef marchigiano – che sul numero della rivista gioca a fare una classifica regionale dei cibi di strada regionali da abbinare a vini o birre – abbina il croccante prodotto lucano al «raffinato e delizioso vino passito da meditazione» che è frutto di una lunga e lenta fermentazione affidata alla famiglia Viola che ne ricava un nettare dal coloro giallo con un «aroma intenso – scrive lo Chef – e dal sapore di miele, fichi secchi, frutta esotica».