CASTROVILLARI – Cinquecento ettari di noccioleti dal Pollino all’Aspromonte per strutturare una nuova filiera del comparto agroalimentare come opportunità e rilancio di un segmento poco sfruttato fino ad oggi che però ha una solida tradizione nella storia di alcuni territori collinari e montani della fascia appenninica. E’ il sogno ma anche l’obiettivo della rete di impresa “Calabria in Guscio” animata da giovani professionisti coordinati dalla passione e la grinta di Mario Caligiuri, il cui nome è da ascriversi ad una solida tradizione imprenditoriale agricola che in Calabria ha fatto storia. Il progetto iniziato un paio di anni fa, dopo aver fatto massa critica attorno ai contenuti della filiera produttiva, ha già messo a dimora 30 impianti di nocciole da Mormanno a Reggio Calabria e nonostante l’emergenza sanitaria da Coronavirus continua a lavorare – certo in modalità diversa da prima – per raccordare a se nuove imprese e produttori ai 40 retisti che già hanno aderito al progetto. Il sogno di rendere la Calabria uno dei terroir italiani vocati alla produzione di nocciole ha fatto un salto di qualità con la partnership della Ferrero che «ci ha dato la possibilità di un prezzo minimo garantito» all’interno del Progetto Nocciola Italia irrobustendo «la filiera sostenibile» per un prodotto di qualità, spiega Mario Caligiuri. L’Italia è il secondo produttore al mondo di Nocciole ed avere filiera che sia capace di produrre ma anche di guardare alla sostenibilità, al recupero dei terreni marginali, è stato un input in più per far avvicinare tanti nuovi soci che «stanno facendo investimenti di cui beneficeranno anche i loro figli». Un noccioleto, infatti, che entra in produzione dopo cinque anni, ha vita lunga che arriva fino a 80 anni e che può assicurare per intere generazioni una resa importante in termini di ricavi.
Oggi la rete di imprese, in piena pandemia, continua a ricevere richieste e interesse da parte di chi vorrebbe recuperare terreni dimenticati che possono vocarsi alla produzione della frutta a guscio e far crescere un nuovo segmento produttivo calabrese nel comparto agricolo. «Andiamo avanti – racconta con entusiasmo Caligiuri – nonostante il momento. Abbiamo sospeso i seminari già programmati, rallentato la nostra attività, ma ci stiamo dedicando ai noccioleti già realizzati e stiamo lavorando a nuovi bandi e alla strutturazione di partnership a sostegno della filiera». La vera sfida oggi è quella di far comprendere che «si può fare cooperazione in Calabria» e che è importante «mettere a frutto esperienze e competenze di ciascuno» all’interno di un grande progetto. Da qui a cinque anni l’obiettivo e realizzare i 500 ettari di noccioleto che inserirebbero la Calabria nella nicchia produttiva della frutta a guscio pronta ad ampliarsi e scalare le classifica italiana delle regioni più operative.