A tavola il sapore autentico della terra. Terraegusto si presenta: inizia l’era del brain gain

terraegusto mormanno

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MORMANNO – L’identità come marchio, la valorizzazione e la riscoperta degli ecotipi locali come progetto, la creazione della rete sinergica con i ristoratori e gli operatori di settore dell’agroalimentare l’obiettivo futuro. Sono queste le premesse, che non lasciano spazio agli equivoci, che muovo la nascita di Terraegusto (foto di Roberta Cersosimo), l’azienda agricola di Teresa Maradei, che si è presentata alla stampa di settore e gli operatori del mondo enogastronomico calabrese nel corso di una cena gourmet presso il Bohemian Restaurant di Mormanno. L’agricoltura di montagna, che nel passato ha rappresentato un valore aggiunto non solo di sviluppo ma anche di conservazione e tutela del paesaggio, oggi diventano il paradigma fondamentale per il ritorno alla terra delle nuove generazioni che, con passione e competenza, si affacciano al rilancio di alcune gemme agroalimentari del Pollino per troppo tempo dimenticate. I semi antichi tramandati per generazioni oggi sono l’identità prospettica che Teresa Maradei ha voluto mettere a frutto per raccontare la terra del Pollino legandola indissolubilmente agli ecotipi locali (fagiolo bianco poverello, lenticchia di Mormanno, peperoni) ed ai cereali antichi (farro, grano carosella del Pollino, segale) che oggi diventano ambasciatori di una storia produttiva nuova, moderna, con una forte radice nel passato e lo sguardo verso il futuro possibile del brain gain. La multifunzionalità diventa così la reale essenza di un progetto agricolo che fa del ritorno alla terra la sua forza, permeato da buone pratiche di agricoltura biologica, rispettando la natura e puntando alla qualità delle produzioni. Un progetto che non vuole però rimanere isolato ma connettersi al mondo agricolo, della ristorazione e dell’enogastronomia in generale, realizzando rete con tutti i soggetti che a questa visione sinergica posso apportare il contributo in termini di idee, servizi, qualità e promozione. Ecco così che a tavola, nel corso di una cena gourmet, si sono seduti insieme istituzioni, mondo associativo, imprenditori della ristorazione, giornalisti di settore, esperti di export agroalimentare, sommelier, professionisti del mondo agricolo, della comunicazione, dell’Università e della ricerca. Il fagiolo poverello bianco (preso come case history) è stato così presentato nella sua versatilità in cucina attraverso un percorso degustazione – pensato da Teresa Maradei e Monica Sannicola – che dall’entrée al dolce ha mostrato il suo carattere deciso e valoriale, sapendosi coniugare in maniera mirabile ed intelligente con altrettante gemme gastronomiche del territorio.