RIMINI – Ha stregato il palato dei giurati nazionali la Trupija, birra calabrese prodotta dal birrificio A’ Magara di Nocera Terinese, che torna dall’evento Birra dell’anno dell’Unionibirrai con la palma del vincitore nella categoria “chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico, di ispirazione belga”. Il birrificio di Eraldo Corti e dei fratelli Ferrini è arrivata pari merito con una produzione della Baladin, considerato il padre dei birrai italiani. Sei gradi alcolici, tono giallo paglierino, equilibrata con una spinta sul dolce e una nota di arancia nel finale Trupija è una delle etichette storiche della produzioni aziendali di ‘A Magara. Eraldo Corti ha iniziato la sua passione per la birra tra le mura di casa prima di aprire un birshop, al quale sono seguiti una beer firm e un brewpub. Ma l’incontro con i fratelli Ferrini dell’azienda agricola Fangiano è la svolta. Nasce ‘A Magara, realtà che in pochi anni si fa riconoscere all’interno del panorama variegato dei birrai italiani. L’attenta ricerca di cereali crudi, l’utilizzo dei grani antichi prodotti in Calabria da piccole aziende bio, l’uso della frutta per le birre stagionali, e la produzione di luppolo iniziata proprio grazie alla passione del socio Marco Ferrini hanno amplificato la qualità e l’identità territoriale delle birre in produzione. La Trupija vincitrice del premio Birra dell’anno 2017 – una delle prime produzione di ‘A Magara – va proprio in questa direzione, nata per esaltare le bucce di arancia coltivate nell’azienda agricola Fangiano dove ha sede il birrificio, e che utilizza un grano antico coltivato in Calabria. Ancora una volta l’alchimia calabra – per citare il claim aziendale – ha conquistato il palato non solo del pubblico ma anche della giuria tecnica riunita a Rimini per la grande convention dedicato alle produzioni brassicole italiane. Nello scorso anno la Magarìa (birra scura di ispirazione anglosassone) e la Mìerula (imperial stout), insieme alla Frambueza (birra completamente calabra anche negli ingredienti, con grano senatore Cappelli e lampone fresco coltivato in Sila) si erano aggiudicate rispettivamente il riconoscimento di Grande Birra (le prime due) e Birra Slow sulla guida dedicata alle birre d’Italia di Slow Food. Valorizzare le risorse agricole del territorio e sostenere gli abbinamenti con i piatti della tradizione gastronomica locale continua ad essere la mission di Eraldo Corti e Marco Ferrini, raccontando la Calabria brassicola in grande fermento.