CASTROVILLARI – Una serata per non dimenticare, per ricordare Luigi Russo, figlio illustre di Castrovillari, scomparso nel novembre del 1998, Capo di Gabinetto del Comune e autore di importantissimi libri in vernacolo quella tenutasi presso il Protoconvento francescano nei giorni scorsi. L’iniziativa, la penultima dell’Estate Internazionale del Folklore, non si era potuta tenere nella data prestabilita per la tragedia che ha colpito Civita. “Era un grandissimo estimatore del nostro Festival, era giusto ricordarlo con questa manifestazione a lui tanto cara”. Così il direttore artistico del Festival, Antonio Notaro. “Luigi Russo ha scritto più di 15 mila versi, opere teatrali, un uomo profondamente legato alla sua Terra, alle tradizioni, alle sue radici, alla sua identità di uomo del Sud, al popolo castrovillarese ed a quel dialetto, che, come lui amava ricordare , esprime e dipinge situazioni, umori, stati d’animo meglio di qualsiasi altra parola che la lingua italiana possa offrire”, così il Sindaco, Domenico Lo Polito. Nel corso della serata dal titolo “ A te” coordinata da Tilde Nocera; Franco Pirrera, Maria Zanoni, Gianluigi Trombetti, Pietro Frangelli, Antonietta Daniele, hanno raccontato alcuni aneddoti di Luigi Russo recitando una serie di sue poesie dialettali che molti descrivono come veri e propri momenti d’espressione delle tensioni e dei vissuti della gente, nonché istanti in cui l’assetto sociale è interrogato e reinventato. Toccante poi quando i presenti, attraverso delle immagini realizzate da Daniele Nocera, hanno potuto ascoltare la voce di Luigi Russo, il momento è stato poi sottolineato dalla performance di alcune allieve del progetto CEA di Castrovillari e dalle parole di alcuni versi di Luigi Russo, trasformate in musica da Carmine Mazzotta, accompagnato da alcuni componenti dei Castrum Sound. Profondamente emozionato il figlio di luigi Russo, Fedele per la splendida serata dedicata a suo papà. Un uomo che ha lasciato un grande vuoto in chi lo ha conosciuto e la curiosità in tutti quelli ne sentono parlare e che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo. “Ancora oggi abbiamo un bel riscontro sia a livello teatrale che a livello di poesie, papà era una persona piuttosto semplice che non amava le scene ma aveva una grande voglia di fare e si vede in ciò che ci ha lasciato”.