CIVITA – Insediamenti e reperti venuti alla luce nel corso di una ricerca ventennale che l’Università di Groningen (Olanda) sta portando avanti nella Valle del Raganello, di concerto con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cosenza, il Polo Museale della Calabria (Museo Archeologico della Sibaritide) e le amministrazioni locali hanno posto Civita al centro di alcuni scavi archeologici. “Nel 2000 – spiega, con una nota, l’archeologa Francesca Ippolito, ricercatrice presso l’Università di Groningen – l’Istituto di Archeologia dell’Università di Groningen (GIA) ha ufficialmente dato inizio al Progetto Archeologico Raganello (RAP). Ricerche nella Valle del Raganello erano già state avviate dal GIA a partire dai primi anni ’90 nei dintorni di Timpone della Motta a Francavilla Marittima e, con il progetto RAP, si sono poi estese a Civita, Cerchiara, Frascineto, Cassano allo Jonio e San Lorenzo Bellizzi. Il Progetto Archeologico Raganello, incorporando anche i dati e le conoscenze acquisite tramite le ricerche del Gruppo Speleologico Sparviere di Alessandria del Carretto, ha permesso – sottolinea l’archeologa Francesca Ippolito – di individuare una notevole quantità di siti archeologici che vanno dal Neolitico agli inizi dell’età del Ferro. Le ricerche hanno previsto campagne di scavo, ricognizioni archeologiche, prospezioni geofisiche e geoarcheologiche che hanno portato a importanti risultati scientifici concernenti lo sviluppo insediativo di lunga durata di un territorio chiave per la comprensione della protostoria e della storia della colonizzazione greca nella Sibaritide. Nel 2018 sono stati avviati scavi archeologici a Civita, in Località Monte San Nicola, in seguito a pluriennali indagini di superficie e geofisiche. Gli scavi, diretti dal Professore Martijn van Leusen e da Francesca Ippolito, “hanno permesso – evidenzia la ricercatrice dell’Università di Groningen – di portare alla luce delle strutture in fossa relative ad un’area di attività antropica connessa a un insediamento abitato intorno al 1000 a.C., periodo fra la fine dell’età del Bronzo e gli inizi dell’ età del Ferro. Tra le strutture, sono stati rinvenuti i resti di un forno per la cottura dei cibi, in cui sono stati trovati resti di farro. Il prosieguo delle indagini – sottolinea l’archeologa Francesca Ippolito – mira alla scoperta del resto dell’insediamento o villaggio a cui queste strutture afferiscono, in modo da restituire uno spaccato di vita di 3000 anni fa, periodo cruciale per capire come si siano svolti in questa regione gli incontri e gli scambi con quei Greci che poi fonderanno la colonia di Sibari. Ci auguriamo che queste scoperte andranno ad arricchire il patrimonio culturale e a incrementare l’offerta turistica del Comune di Civita”. La ricercatrice dell’Università di Groningen, alla fine, ringrazia il Groningen Institute of Archaeology “per aver finanziato le ricerche di scavo”, S. Marino e C. Colelli della Soprintendenza della Calabria per averle concesse, A. Larocca e i membri del Gruppo Speleologico Sparviere per la loro collaborazione, E. Bolhuis, S. Tiebackx e A. Sotgia “per aver partecipato allo scavo”, il proprietario del terreno di Monte San Nicola i F. Russo e sua nipote S. Sbrissa, il geometra G. Lista di Civita, l’Amministrazione Comunale, in particolare il consigliere comunale A. Valvolizza, e tutti gli abitanti di Civita.