CASTROVILLARI – La dimensione intima e conviviale, il diario e la tavola. Il Teatro delle Ariette si mette a nudo e si racconta nello spettacolo “Trent’anni di grano” permettendo allo spettatore di condividere non solo il cibo, ma anche la storia di Paola Berselli e Stefano Pasquini. Una vita d’amore e legame profondo tra due corpi, due anime, due persone che oltre a lavorare insieme sulle tavole del palcoscenico hanno condiviso sudore, ateiche, attese e speranze nei campi sulle colline bolognesi. Contadini ed attori, coltivatori e scrittori, moglie e marito con lo sguardo sull’eternità dei gesti che si fanno preghiera, quando il rito della raccolta del grano si trasforma in esperienza di manualità per snocciolarne i chicchi che si faranno frano. E quindi farina, e poi pane. In quei gesti c’è l’essenza di un rituale laico che benedice il cielo e la terra, che allarga le mani della preghiera benedicente per guardare in faccia il frutto del sudore, delle attese. E’ il legame profondo con la terra sulla quale ci si sdraia per sentire il calore ed il “sapore”, ma è anche la storia di un grande amore che si consuma e si rinnova nel tempo della semina e della mietitura. E’ una stanza che brilla di umanità appassionata, quella che le Paola e Stefano aprono al pubblico dello spettacolo in scena per Primavera dei Teatri, insieme a Maurizio Ferraresi, loro compagno di viaggio del narrare e dello stendere la pasta. La condivisione è naturale non soltanto perchè il cibo è l’arma vincente per poterla realizzare, ma perchè in quell’intima narrazione di se, di trent’anni di vita e di teatro, di terra e sudore, lo spettatore si sente parte di un’insieme che ha il sapore della familiarità. Paola narra vicende nelle quali potresti riconoscerti, parole sonoramente evocative che fanno scendere le lacrime, che toccano il cuore perchè sono vere, racconta di vita vissuta. Non è teatro, è storia di una coppia, che si traduce in spettacolo vivente in una quotidianità così bella e verace, semplice e meravigliosa, che vorresti farne parte. Gesti semplici, sguardi e speranze, difficoltà, lacrime, sole e pioggia, grandine e viaggi che entrano dentro, accarezzano l’anima e la riportano al tempo della memoria, che si fa presente, tavola imbandita, cielo azzurro e campi di grano color oro che brillano di luce. E tu li vedi, sei li in mezzo a quella benedicente esperienza che sa di rito, celebra un momento, ma apre gli occhi all’eternità dei gesti, dell’amore, della vita. Che si fa terra, grano, farina, pane. Nutrimento.