Radure al via con lo spettacolo su Buscetta

buscetta aprustum

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CASTROVILLARI – “Buscetta, santo o boss?” inaugurerà domenica 29, al Teatro Sybaris di Castrovillari, la kermesse teatrale “Radure – V edizione di Invito al Teatro”, organizzata dall’associazione culturale Aprustum, in sinergia con l’amministrazione comunale e la Gas Pollino. Il Sybaris si trasformerà in una sala degli interrogatori dell’FBI, per far rivivere al pubblico l’ultimo interrogatorio del boss dei due mondi: il grande pentito che ha inflitto a cosa nostra i colpi più duri che abbia mai subito. “Buscetta, santo o boss?”, prodotto da Stanze Segrete di Roma, nasce da un testo di Vittorio Cielo. E’ un fatto realmente accaduto, poiché si trattò dell’interrogatorio di Tommaso Buscetta negli Stati Uniti, in cui finalmente il grande mediatore tra Cosa Nostra e i cartelli del narco-traffico sud americano confessò il proprio ruolo durante la sua vita di mafioso. Ad interpretare il boss dei due mondi uno dei maestri del teatro italiano che, a buon titolo, si può definire qui in una delle sue più riuscite interpretazioni: Ennio Coltorti. L’attore capitolino incarna Buscetta alla perfezione, riproponendo movimenti, accenti e tic, lavorando sull’ambigua umanità del primo pentito di mafia, giocando con perizia sulla linea di confine del personaggio oscuro e al tempo stesso enigmatico. Ad affiancarlo sulla scena, nel ruolo dell’agente dell’FBI, ci sarà l’attore e regista castrovillarese Matteo Fasanella. “Buscetta, santo o boss?” segue le ultime incredibili piste del più grande giallo, ancora aperto, della Storia Italiana. Un quarto di secolo dopo l’eliminazione di Falcone e Borsellino e delle loro scorte, esplode nelle sentenze del 2018 quello che Buscetta aveva già rivelato nei suoi ultimi verbali. Sapendo di morire, Don Masino si lasciò andare, con l’FBI, lontano dai veleni di Palermo e si confessò. Parlò come mai aveva fatto prima. Neppure nel misterioso ultimo viaggio segreto di Falcone oltreoceano, pochi giorni prima che cadesse a Capaci. La manomissione delle memorie digitali di Falcone, e la scomparsa dell’Agenda Rossa di Borsellino, si intrecciano ai misteri dei viaggi ‘segreti’, all’estero e negli USA, degli ultimi giorni di Falcone, alle strane telefonate all’estero, partite dalla collina di Capaci, prima del ‘Botto’. “Buscetta, santo o boss?” è uno spettacolo che, seppur fondando la sua forza sull’eccellenza degli attori e di un testo fuori dal comune, utilizza diversi escamotage tecnologici. Lo spettatore viene posto di fronte una stanza degli interrogatori, con una scenografia del tutto innovativa, per l’appunto interattiva, accompagnata dalle musiche di Nicola Anesini, già suonate a Palermo in via D’Amelio e a Capaci nelle marce antimafia. Offrendo la sintesi di una clamorosa vicenda di mafia e giustizia, l’autore e gli interpreti riescono a trasformare il pubblico, durante lo scorrere dei due atti, da spettatore a testimone, anche morale. Restituendo una testimonianza che lascia sospesi in una rielaborazione di un personaggio, cogliendone tutta la personalità, fino a comprendere e condividere il suo desiderio di espiazione, rendendolo agli occhi del pubblico non solo “Boss”.