CASTROVILLARI – L’arte come memoria, l’arte come sperimentazione, l’arte come vita, l’arte come emozione. Quattro grandi artisti uniti per una esposizione-collezione unica nel suo genere che si potrà ammirare a Castrovillari, presso Pierremporio 1927: l’arte orafa di Gerardo Sacco, la scultura di Gianni Cherillo, la pittura di Luigi Le Voci e la fotografia di Renato Pagliaro. Gli artisti si ritrovano insieme, sullo stesso particolare di straordinarie opere d’arte custodite a Morano Calabro, ossia il Polittico di Bartolomeo Vivarini (secolo XVII), il Tronetto per Esposizione Eucaristica di argentiere napoletano (secolo XVIII) e il Paliotto dipinto da maestranze locali (secolo XVIII). L’originale idea nata dalla passione e dalla competenza creativa di Renato Pagliaro, abbraccia quella prima esposizione proposta nel lontano luglio del 1996 nella Cripta della Chiesa di San Nicola a Morano Calabro, ma allora per la complessità del progetto proposto ai quattro artisti calabresi, non erano presenti tutte le opere commissionate che, invece, oggi, dal 14 giugno al 13 luglio 2019 si potranno ammirare in tutto il loro splendore. Sì, perché nella raffinata location di Pierremporio 1927 verranno esposti cinque acquerelli su carta di Amalfi di Luigi Le Voci, tre sculture in pietra leccese di Gianni Cherillo, due gioielli in oro, agate azzurre, perle rosa e bianche, un piatto sbalzato a mano in argento e due icone su lastra d’argento smaltata di Gerardo Sacco, tre fotografie dei particolari d’arte proposti e i ritratti inediti degli artisti all’opera, durante la realizzazione dei lavori, di Renato Pagliaro. La bella e intensa immagine della Vergine in trono che accoglie nelle braccia il Figlio nudo, figura centrale dell’opera del Vivarini, custodita nella chiesa S. Maria Maddalena, la dolcezza e la delicatezza degli angeli che sorreggono il baldacchino a corona del tronetto per il SS. Sacramento, nella chiesa di S. Nicola, e la splendida figura allegorica del pavone che, simbolo dell’immortalità e della resurrezione di Cristo, s’impone sul pregevole paliotto della chiesa dei Cappuccini, sono piccoli capolavori all’interno di grandi capolavori e diventano dettagli artistici per privilegiate e speciali opere d’arte che soltanto l’attenta e sensibile lungimiranza di Renato Pagliaro ha reso possibile per un evento così raro e prezioso agli occhi del mondo contemporaneo. L’esposizione, corredata anche da una pregiata cartella d’arte con le schede di Giorgio Leone e le fotografie di Renato Pagliaro, invita allo slancio emotivo, al soffermarsi con dedizione e commozione sui doni eccellenti che l’arte concede all’umanità, sulle rare meraviglie che ogni artista riesce a creare, sullo splendore che ogni opera d’arte, in quanto tale, sa emanare tacitamente, inevitabilmente, sorprendentemente.