Primavera dei Teatri. Territorio e radici il filo conduttore della prima giornata

IMG 8293

IMG 8293

 

CASTROVILLARI – Non poteva che legarsi al territorio la prima giornata di programmazione dell’edizione numero 19 di Primavera dei Teatri. Quasi un debutto naturale per un’esperienza artistica legata fortemente al contesto entro il quale si muove, che dal suo primo anno di programmazione ha volutamente messo in stretta relazione le compagnie con il pubblico, il contesto teatrale con quello sociale. E così la «bella sbornia di spettacoli» – come la definisce Dario De Luca, direttore artistico insieme a Saverio La Ruina – con ben cinque programmazioni una giornata ha un filo conduttore che gira intorno al territorio, le radici, le tradizioni. Nella conferenza stampa quotidiana che introduce agli spettacoli giornalieri, condotta con grande maestria da Valeria Bonacci, ufficio stampa del festival ideato da Scena Verticale, Stefano Pasquini (Teatro delle Ariette), Mirco D’Urso (Officina Teatro), Max Mazzotta (Libero Teatro), Gaetano Colella e Enrico Messina (Armamaxa Teatro e Paginebiancheteatro) hanno lanciato alcuni spunti di riflessione e di curiosità per il pubblico e gli operatori di settore. Ad aprire questa edizione sarà proprio lo spettacolo del Teatro della ariette “attorno a un tavolo” che già alle 13 ed in replica alle 22.00 mette il pubblico disposto intorno ad una mensa che sà di radici, della cucina della «nonna» – come racconta Stefano Pasquini -, della mensa della parola che propone il teatro come «dimensione collettiva» che nasce da un «rito». Attorno alla tavola si rilfette della «nostra irriducibilità» – aggiunge – di come «siamo diventati invincibili con le nostre sconfitte» rimanendo fedeli a quella idea originaria di teatro «fatto di poco» nato, sognato e poi realizzato intorno ad una azienda agricola sulle colline. Sempre di territorio si parla nell’opera “Icaro Caduto”, una sorta di “sequel” di ciò che accade al mito di Icaro dopo il suo precipitare per aver sfidato il volo avvicinandosi troppo vicino al sole. L’idea di Gaetano Colella e Enrico Messina è quella di ambientare la trama in Puglia, dove Icaro precipita e raccolto nelle acque del mare. E’ un pretesto per raccontare il rapporto tra padre (ingombrante) e il figlio, perseguendo l’indagine sul mito. Così si scava e si affina l’indagine sulla relazione o sulla sua assenza. In una continua ricerca (di Icaro) della figura del padre. “Commedia all’Italia” di Libero teatro solo per essere di una compagnia calabrese è un altro tratto distintivo di questo legame che Pdt ha con il territorio, la radici (anche del teatro stesso e della commedia). Uno spettacolo che nasce dalla «esigenza di narrare» la commedia e trovare un «modo nuovo» di parlare di «un “vecchio” che ci perseguita sempre». Crudo, con un testo scioccante ma di una «profondità estrema» lo spettacolo “Amore ricucito” di Officina teatro. Vietato ai minori per il suo torpiloquio lo spettacolo racconto il dramma di una coppia che però trasmette una «profondità» che va oltre la violenza delle parole, tutta da indagare e scoprire, senza fermarsi alla brutta apparenza. Spazio anche ai piccoli, ma non solo, con Primavera Kids che ritorna alle radici con “Le magarìe di Giustina” di Art Patachipi. Una performance in dialetto calabrese per rilanciare la poetica delle lentezza e le figure della tradizione come “la magara”.