Primavera dei Teatri: parte da Catanzaro la XXII edizione che offre uno spaccato sul presente

El Conde de Torrefiel La Triennale di Milano foto Gianluca Di Ioia

El Conde de Torrefiel La Triennale di Milano foto Gianluca Di Ioia

 

Compagnie di respiro internazionale, collettivi pluripremiati, danza, teatro e performance, non solo per capire cosa succede in Europa e nel mondo in merito alle arti sceniche ma per aprire riflessioni su temi e linguaggi che rispecchiano la società di oggi.

Parte così Primavera dei Teatri, il festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea diretto da Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano, che per la prima volta si disloca nello spazio, inaugurando la XXII edizione con un prologo speciale a Catanzaro – dal 27 al 29 settembre – per poi proseguire fino al 6 ottobre a Castrovillari, riportando ancora una volta la Calabria al centro del dibattito teatrale contemporaneo.

«La nuova edizione rappresenta per noi una grande scommessa – ha commentato il direttore generale e curatore della sezione internazionale e danza Settimio Pisano –. Dopo oltre vent’anni di attività a Castrovillari, scommettiamo su un nuovo territorio, la città di Catanzaro, palcoscenico di spettacoli e performance che vedranno protagonisti alcuni degli artisti più interessanti del panorama teatrale internazionale come El Conde de Torrefiel, Renata Carvalho e Marina Otero. Scommettiamo anche su una programmazione più ampia nei contenuti e nei linguaggi, aprendoci ad una sezione dedicata alla danza».

Un cartellone che si propone di interrogare il presente aprendo riflessioni su tematiche sempre più attuali come l’orientamento sessuale, identità ed espressione di genere, il corpo come oggetto politico, il corpo come qualcosa da accettare o cambiare.

Ad aprire il cartellone della XXII edizione, il Collettivo Mine con “Esercizi per un manifesto poetico” (ore 18:00 al Complesso monumentale San Giovanni), lavoro di debutto che coincide con l’atto fondativo della compagnia, vincitore nel 2019 di DNA Appunti Coreografici. Una performance scritta a 10 mani e pensata come pratica coreutica in cui una sola azione scenica, potente e strutturata, capace di generare interazioni e accendere corrispondenze. U corpo unico che riflette sulla capacità di attraversare insieme il cambiamento e lo scorrere del tempo.

Attesissimo l’arrivo del collettivo catalano El Conde de Torrefiel, i cui lavori sono stati presentati nei maggiori festival europei, in scena il 27 settembre alle 21:00 al Teatro Politeama con “La Plaza”. Lo spettacolo ritrae la realtà della vita pubblica della città, intesa come luogo di convivenza in cui convergono e collidono una molteplicità di espressioni e modi di stare al mondo.

Mercoledì 28, alle 19:00 al Teatro Politeama va in scena anche la performer e artista argentina Marina Otero con Love me, un progetto realizzato insieme a Martin Flores Cardenas. L’opera è un assolo che affronta la violenza interiore della Otero, un addio al suo paese, Buenos Aires, lasciato dalla performer qualche mese fa. Il testo viene riscritto per ogni rappresentazione e in ogni paese vengono raccolte le confessioni di uno straniero: «La nostra identità è il percorso che facciamo, perché il Paese che abbiamo lasciato non esiste più», scrive la Otero.

Alle 21:00 al Teatro Comunale arriva invece la performer, regista e “transpologa” brasiliana Renata Carvalho con “Transpophagic Manifest”, un manifesto del corpo travestito che vuole sfidare le costruzioni sociali disumanizzanti che permeano l’immaginario comune su ciò che significa essere trans.

Per la sezione dedicata alla danza, il 29 settembre il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia Alessandro Sciarroni presenta al Complesso monumentale San Giovanni (ore 18:00) “Save the last dance for me”. Un lavoro sui passi di un ballo bolognese chiamato Polka Chinata, che sarà protagonista anche di un workshop gratuito tenuto dai danzatori Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini, in programma nella stessa giornata dalle ore 11:00 alle 13:00.

Chiudono il circuito dedicato alla danza Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti, in scena con “Graces” (Teatro Politeama ore 21:00), il lavoro Premio Danza&Danza come miglior produzione Italiana nel 2019. Un’opera che riflette sul concetto di corpo, libertà e bellezza. Un viaggio di abilità e tecnica in un luogo e in un tempo sospesi tra l’umano e l’astratto dove il maschile e il femminile si incontrano, lontano da stereotipi e ruoli.

Nella stessa giornata (ore 16:00, Teatro Politeama) verrà presentato “Graces Anatomy” di Michele Di Donato, a cura di Sandra De Falco, Cue Press, 2022.

Il cartellone si arricchisce anche di incontri, una residenza per curatrici e curatori, parte del progetto Calabria Showcase promosso da Fondazione Teatro Politeama Città di Catanzaro, e il dopofestival al museo MARCA a cura di Factory+.

Il festival è realizzato con il contributo del MiC, della Regione Calabria ed incluso nell’azione di promozione turistica Calabria Straordinaria. Media partnership dell’evento Rai Radio 3 e il Touring Club Italiano.