CASTROVILLARI – Si chiama “Le leggende popolari del Pollino” ed è una raccolta edito da Promoidea Pollino curata da Ines Ferrante, alla sua terza fatica editoriale. Il libro contiene le più belle leggende popolari del territorio sovrastato dalla catena del Pollino e lambito dalle acque del fiume Coscile ed è arricchita dalla prefazione di Angelo Filomia e da una serie di illustrazioni presenti all’interno del volume a firma di Anna Nigro, autrice anche dell’immagine di copertina. «Ines Ferrante racconta di tesori nascosti e leggende contadine e pastorali, tra riti, magia e devozione popolare, laddove elementi fantastici, elaborati e arricchiti e variati da generazioni di narratori, si alternano e si fondono in un suggestivo, ricco, indissolubile intreccio». Una raccolta scritta come una visione, un sogno, selezionando storie senza firme e senza testimoni, come frammenti di voci antiche e lontane, scegliendo «pazientemente e con sagacia questi piccoli frammenti cercando di tenerli uniti attraverso un unico filo conduttore, con l’obiettivo di “affrontare in maniera esemplare il problema della circolazione culturale delle forme letterarie, dall’oralità alla scrittura e, viceversa, dalla scrittura all’oralità” (C. Lavinio). In questo rapporto di simbiosi tra oralità e scrittura traspare in maniera netta ed inequivocabile il ruolo che ha svolto la generazione anziana nel mondo rurale, un ruolo primario nel trasmettere un ricco patrimonio culturale di saggezza e di conoscenza che si è tramandata e si è conservata da una generazione all’altra». Una vera e propria antologia sulla fantasia popolare, frutto di ricerche e di studi condotti sia attraverso la registrazione diretta di voci narranti, sia attraverso la trascrizione di racconti orali, sia attraverso l’analisi e la selezione di fonti letterarie dedicate al patrimonio demo-etno-antropologico, soprattutto una pubblicazione che mira al coinvolgimento delle scuole come esperienza didattico – educativa in grado di avvicinare gli alunni alla storia delle tradizioni popolari e di suscitare quell’ orgoglioso senso di appartenenza ad un passato ricco di valori troppo spesso trascurati.