CASTROVILLARI – C’è una «grande urgenza» del teatro contemporaneo di stare sul palcoscenico e trattare temi di attualità che parlino ad «una comunità». Perchè il teatro oggi rimane, per fortuna, l’unico spazio di confronto e riflessione che resiste al tempo ed alle mode. Un ruolo sociale e culturale importante che emerge forte dalla conferenza quotidiana del terzo giorno di festival. Nel foyer del teatro Vittoria tutti i giorni sfilano le compagnie teatrali impegnate negli spettacoli della programmazione giornaliera di Primavera dei Teatri. Uno spazio intelligente e immediato per conoscere in maniera più approfondita le performance che da lì a qualche ora si presenteranno al pubblico, sempre numeroso, del festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea. I temi di questa terza giornata di festival approfondiscono tematiche molto contemporanee e incarnate nella realtà, come la povertà e l’odio vomitato sui social network che animano “Eracle odiatore” del Teatro dei Borgia, prima nazionale. Un percorso che tenta di compiere «una trasposizione di un mito classico fino ai nostri giorni» – spiegano Emma Cotugno, cofondatrice della compagnia, e Michele Maccagno, attore – condotto attraverso una «indagine nel sociale» grazie alla forte collaborazione con la Caritas di Barletta che ha permesso di andare nel concreto dell’analisi del tema della povertà. Il pubblico vive – per volontà della compagnia – una «operazione esperienziale immersiva» che permette di confrontarsi con la tematica in oggetto. Una volontà precisa per suscitare domande. E sul filone delle domande, delle indagaini su temi importanti come la scienza e la religione si pone anche “Episodi di assenza1. Prima che arrivi l’eternità” di Quotidiana.com, anteprima nazionale, di uno spettacolo che rappresenta «l’inizio di un nuovo percorso» per la compagine di Roberto Scappin e Paola Vannoni. Il teatro che suscita domande e pone interrogativi è lo strumento «per essere cittadini ed artisti il sui lavoro ha un senso nell’oggi». La seconda prima nazionale della giornata è invece “Teoria del Cracker (o della vita puttana) della Compagnia Teatrale Occhisulmondo, descritta dalla critica come «un inno alla vita». In scena il dolore intimo di un corpo, che si deteriora e si trasforma, per via di una malattia. Uno spettacolo in cui c’è «il dolore e la poesia» e nel quale il pubblico «diventa parte vivente del lavoro» hanno comunicato Giusi De Santis (dramaturg) e Daniele Aureli (attore protagonista).