Il teatro come strumento per cambiare le coscienze. Primavera dei Teatri verso il gran finale

pdt2019 settimo giornaliero

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CASTROVILLARI – «Dio riposò nel settimo giorno, noi no». Valeria Bonacci, brillante ufficio stampa di Primavera dei Teatri introduce così la penultima giornata del festival sui linguaggi contemporanei della scena teatrale italiana che oggi vede crescere l’attesa per due importanti debutti. Segno evidente di un teatro concepito come ricerca continua sui temi importanti dell’esistenza e che regala emozioni in versi e performance che sanno lasciare importanti interrogativi, più che dare risposta, rispolverando il senso vero dell’arte in generale che è quello di aiutare a cambiare le coscienze. Il primo appuntamento di oggi è “Patruni e sutta – peripedie della libertà e dell’illibertà” ( Teatro Vittoria ore 19.00) della compagnia Carullo – Minasi /La Corte Ospitale adattamento da L’isola degli Schiavi di Marivaux. C’è dentro l’identità forte della Sicilia in questa esperienza teatrale che è stata una scommessa per il duo Carullo – Minasi. Un lavoro dichiaratamente teatrale, «attoriale ed autoriale insieme» hanno ribadito i protagonisti in cui emerge lo scambio di ruoli tra “padroni” e “servi” con questi ultimi impegnati più che a far pagare i soprusi ricevuti a rendere più umani i detentori del potere. Poi il festival si trasferirà per una sera a Cosenza con l’atteso debutto de “Lo psicopompo” di Scena Verticale, scritto, diretto ed interpretato da Dario De Luca con Milvia Marigliano. Saranno i BoCsArt di Cosenza ad accogliere la nuova produzione – in anteprima nazionale – dei padroni di casa, Scena Verticale. «E’ stato lo spazio a dettare legge sullo spettacolo» – ha confessato Dario De Luca nel corso dell’incontro con la stampa – «Raccontiamo una storia intima e privata» (che parla di un grande tabù, la morte – ndr) e per questo si è pensato che lo spazio innovativo sul lungo fiume di Cosenza fosse la location più adatta per rendere la messa in scena una «storia sbirciata dal pubblico» attraverso questa grande vetrata del mini appartamento entro la quale l’opera si svolge. Il pubblico tutto fuori ad ascoltare gli attori in cuffia «rendendo ancora più intimo l’ascolto di ciò che accade in scena, mettendo tutti in rapporto uno a uno, elimando il rito collettivo del pubblico». Poi tutti di nuovo all’ombra del Pollino per il Dopofestival con il secondo appuntamento musicale firmato Color fest che stasera propone sempre all’Urban Theater il concerto di Bob Corn, padre spirituale della scena musicale indipendente.