CASTROVILLARI – Non c’è mai un reale filo conduttore nella scelta degli spettacoli in cartellone in una giornata di festival. Ma quello di oggi, con tre prima nazionali a debutto sui palcoscenici distribuiti nella città, a Primavera dei Teatri sembra ricondurre al tema delle rivoluzioni. Storiche e contemporanee, moderne ed intime. Si parte alle 19.00 con Nova Melancholia la compagnia greca che porta in scena “Immagina di un paesaggio eroico” che trova ispirazione nelle lettere inviate dal carcere dalla rivoluzionaria marxista Rosa Luxemburg, uccisa dai fascisti a Berlino e della quale ricorre il centenario della morte. Una indagine intima e reale che parte dalla natura per arrivare alla politica e gli ideali che mossero la donna che rilancia l’interrogativo se oggi valga la pena combattere e ricordare e cosa sia necessario per farlo. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Sybaris alle ore 19.00 invece che – come annunciato sul programma – nella Sala Consiliare. Altra prima nazionale sarà invece alle 20.30 al Teatro Vittoria quella messa in piedi da Teatro Koreia “La ragione del terrore” che indaga sul male partendo da un fatto realmente accaduto in Puglia, ad Andria, nel periodo del latifondo quando i contadini vessati dai proprietari delle terre assaltarono un palazzo del barone uccidendo le sorelle che vivevano con lui. Quanto sia giusto uccidere qualcuno in nome di un diritto sacrosanto è un’altro interrogativo che anima la coscienza dentro la trame dello spettacolo. “Noi non siamo barbari” di Scena Nuda alle 22.00 presso la Sala Consiliare (anche qui cambio di location rispetto al programma ufficiale) sembra discostarsi dal filone delle rivoluzioni, ma in realtà in questo mondo che muove migliaia di migranti da una parte all’altra del globo, rivoluzionando le sorti ed i destini di tutti, forse è la chiosa giusta per una giornata che parla id stretta attualità pur rimanendo nell’ambito della ricerca teatrale. Il testo di Philipp Lohle messo in scesa dalla compagnia di Reggio Calabria indaga la questione delle migrazioni dal punto di vista antropologico e la pone nel confronto tra le genti in una maniera originale che val la pena di scoprire per capire meglio noi stessi, le paure, le fragilità e le debolezze che animano questo tempo.