Soccorso Alpino Calabria: i numeri dell’attività nel 2015.

Soccorso Alpino intervento in montagna

Soccorso Alpino intervento in montagna

 

Settemila interventi in tutto il territorio nazionale che ha visto impegnati oltre 30mila soccorritori del CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico). Questi i dati dell’attività 2015 del Soccorso Alpino particolarmente attivo anche nel territorio calabrese dove sono stati 246 i soccorritori impegnati lo scorso anno per un totale di circa 2.341 ore/uomo, a fronte di un totale di 259 giornate. Otto interventi di media al mese portati a termine su tutto il territorio regionale. Dall’esame in dettaglio dei numeri possiamo trarre fuori che gli interventi svolti nell’anno 2015 sono stati compiuti in prevalenza durante i mesi estivi e autunnali sul territorio montano dove le attività svolte dai fruitori sono in netto aumento anche in periodi dell’anno che fino a qualche tempo fa non erano presi molto in considerazione, quasi a divenire delle stagioni morte per il turismo locale e non. Ci riferiamo sia alle stagione invernale e primaverile, ora frequentate con le uscite su neve con sci di fondo e ciaspole, sia l’aumento di discipline di raro svolgimento fino a qualche tempo fa nel nostro territorio, come il Canyoning o Torrentismoe l’Arrampicata su Roccia. La maggior parte degli interventi ha interessato persone di sesso maschile (90.2%) con una fascia di età  più coinvolta negli incidenti che è quella fra i 10 e i 20 anni (31,4%), seguita da quella fra i 20 e i 30 anni (17,6%) ei 50-60 anni (17,6%). Degli interventi di soccorso effettuati si è registrato che solo il 3,9% è iscritto al CAI, mentre nel 90,2% dei casi non ci si avvale dei vantaggi che l’iscrizione comporta, in termini di copertura assicurativa e di attività  di formazione e informazione sulla prevenzione del rischio in montagna. I cittadini italiani sono il 98% (50 persone), mentre solo il 2% è risultata essere di nazionalità ucraina (1 persona). Gran parte delle ragioni  per cui si richiede soccorso sono connesse alle attività praticate., come la perdita dell’orientamento che prevale di gran lunga, con come anche le cadute ed in alcuni casi i malori. Tra le attività, per le quali gli uomini del Soccorso Alpino Calabrese si sono trovati ad intervenire, l’andare per funghi è al primo posto (43,1%), seguito dall’escursionismo (31,4%), il Torrentismo (pari al 13,7%) lo sci in pista (pari al 9,8%), Mountain Bike (pari al 2%).