Sindacati perdono consenso nel Mezzogiorno. Lo dimostra un’indagine di Demoskopika

Infografica Sindacati

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RENDE – Calo di 300 mila iscritti in soli tre anni, con uno su due residente al Sud. È in Campania che le sigle sindacali riscuotono il minor appeal. Ma la maglia nera spetta anche a Sicilia e Calabria che si collocano in coda alla graduatoria delle regioni “più sfiduciate” dalle organizzazioni sindacali. Al contrario, sul podio delle regioni a maggiore appeal sindacale si posizionano Emilia Romagna, Liguria e Veneto. Questo dimostra lo studio di Demoskopika sull’indice di appeal delle organizzazioni sindacali italiane. Cgil, Cisl e Uil perdono mediamente 100 mila iscritti all’anno. I numeri non lasciano spazio a dubbi: dal 2015 al 2013, i tesserati hanno registrato una contrazione di circa 300 mila persone, di cui ben 134 mila residenti nelle realtà regionali del Mezzogiorno. È la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), in valore assoluto, a subire il maggiore decremento con un calo di ben 157 mila iscritti seguita dalla Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori (CISL) con meno 124 mila tesserati e l’Unione Italiana del Lavoro (UIL) con un meno significativo decremento pari a circa 3 mila persone. Solo 632 mila italiani over 13 anni, pari all’1,2% della popolazione di riferimento, infine, hanno dichiarato di aver svolto attività sociale gratuita per un sindacato negli ultimi 12 mesi. Per le associazioni di volontariato, la partecipazione gratuita all’attività sociale sale al 10,6%. L’indagine condotta nel triennio 2015-2013, ha tracciato una classifica delle regioni in relazione all’attrattività delle principali organizzazioni dei lavoratori sul territorio. Due gli indicatori utilizzati: gli iscritti ai sindacati di CGIL, CISL, UIL e le persone di 14 anni e più che hanno svolto attività gratuita per un sindacato. Tra i dati emersi anhe l’adesione con 100 mila cittadini all’anno che rinunciano alle sigle sindacali. Con ben 133 mila iscritti in meno, pari ad un tesserato in meno su due del dato complessivo, sono le regioni del Mezzogiorno a rinunciare prioritariamente all’appartenenza sindacale nell’arco temporale considerato: Campania con 38 mila iscritti in meno, Sicilia con 35 mila 430 iscritti in meno, Puglia con 18 mila 442 iscritti in meno e Calabria con 12 mila 306 iscritti in meno. Seguono Abruzzo (-10,7 mila iscritti), Basilicata (-9,4 mila iscritti), Sardegna (-6,7 mila iscritti) e Molise (-1,9 mila iscritti). Tutte le altre rimanenti realtà territoriali presentano un andamento negativo delle adesioni. In testa su tutte la Lombardia che, nel triennio osservato, ha registrato un rilevante calo paro a oltre 40 mila iscritti. Seguono Lazio (-28,5 mila iscritti), Piemonte (-27,6 mila iscritti), Toscana (-13 mila iscritti), Marche (-11,4 mila iscritti), Emilia Romagna (-7,2 mila iscritti), Veneto (-6,6 mila iscritti), Umbria (-6,5 mila iscritti), Friuli Venezia Giulia (-4,9 mila iscritti), Liguria (-2,9 mila iscritti), Trentino Alto Adige (-1,8 mila iscritti) e, infine, Valle d’Aosta con appena 111 iscritti in meno.