Si spara alla notizia del trasferimento. Insegnante in condizioni disperate

pistola

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VIBO VALENTIA – Sono gli tanti gli insegnanti che, in virtù della legge 107, meglio nota come “Buona Scuola”, hanno dovuto far le valigie e trasferirsi dal Sud al Nord, lasciando la famiglia e gli affetti. Una situazione, questa, non accettata, però, da tutti e che, in alcuni casi, ha avuto delle conseguenze, purtroppo tragiche. E così, dopo l’insegnante suicidatosi a Catanzaro, lanciandosi da un viadotto, ecco il caso di un altro docente del vibonese, di sessant’anni il quale si è sparato al petto e si trova attualmente ricoverato in ospedale in condizioni disperate. A rendere noti questi drammi sono i Partigiani della Scuola Pubblica, che, in una nota, denunciano gli effetti devastanti della “Buona scuola”. Per entrambi i docenti –dicono- <<è stata fatale la notizia di un trasferimento coatto e improvviso, dovuto al famoso algoritmo criptato che ha spedito come pacchi docenti con punteggi più elevati nei posti più remoti e altri docenti senza punteggi o con punteggi inferiori vicino casa>>. <<Il docente catanzarese, infatti, -aggiungono- dopo aver trepidato per la moglie, docente anch’essa, l’intera estate, nell’attesa degli esiti della mobilità 2016/17, si è avviato su una strada senza uscita, quella della depressione, e, dopo aver appreso prima del trasferimento a Milano della moglie, poi dell’assegnazione provvisoria in provincia revocata nell’arco di 24 ore, non ha retto il colpo e ha portato a termine il tragico gesto sotto lo sguardo atterrito e impotente di alcuni automobilisti. Analogamente tragica la sorte del docente vibonese, che, vicino alla pensione, ha appreso di doversi trasferire in Puglia e si è sparato nel petto>>. Per capire i drammi vissuti da questa gente, precaria storica, <<bisogna sapere –scrivono i Partigiani della Scuola Pubblica- che molti non erano passati di ruolo negli anni passati, proprio perché non avevano consapevolmente inteso inserirsi nelle graduatorie esaurite di qualche altra provincia italiana, proprio perché se la scelta era se trasferirsi ed essere assunti o rimanere precari e lavorare vicino casa avevano scelto la seconda opzione. Con la “buona scuola” invece sono stati obbligati a scegliere di entrare in ruolo con una procedura criptata che poi hanno scoperto che non ha tenuto conto nè di punteggi, nè di preferenze. Infatti la legge 107/2015 prevede, per chi è rimasto fuori dalle assunzioni perché impossibilitato a subire questo ricatto, che potrà lavorare solo per altri 36 mesi a partire dal 1 settembre 2016, dopodiché queste persone, senza riguardo a tutto il servizio precedentemente svolto in anni ed anni di precariato storico e cospicui investimenti in formazione, saranno costretti a cambiare professione o a rimanere a casa>>. <<Un esecutivo forte, dunque –concludono- può prendere decisioni, senza ostacoli, che possono ledere impunemente i diritti essenziali dei cittadini e quindi anche portare ad estreme conseguenze, quali in questo caso i suicidi>>.