Rimborsopoli calabra. Arresto per tre consiglieri. De Gaetano ai domiciliari

regione Calabria palazzo

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REGGIO CALABRIA – E’ un terremoto giudiziario che investe e travolge la nona consiliatura regionale (quella del Governo Scopelliti) l’operazione “Erga Omnes” eseguita stamane della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica, che ha eseguito, su provvedimento emesso dal Gip, tre ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari, cinque ordinanze di divieto di dimora nei confronti di altrettanti consiglieri regionali della precedente legislatura della Regione Calabria e il sequestro per equivalente di beni per complessivi 2,5 milioni di euro nei confronti di 27 indagati. Ma l’indagine colpisce anche l’attuale giunta del Governatore Mario Oliverio, con l’arresto eccellente dell’attuale assessore reggino, Antonio De Gaetano, subito dimessosi «con effetto immediato» pur dichiarando «la propria estraneità ai fatti contestatigli ed avendo piena fiducia nell’operato della magistratura» ma ritenendo quello compiuto «un atto politico dovuto per non intralciare l’attività della giunta regionale e del presidente Oliverio». Agli arresti domiciliari, oltre all’assessore regionale già al centro di diverse polemiche politiche, sono finiti anche l’ex assessore di centrodestra Luigi Fedele. La richiesta di arresto è stata trasmessa al Senato per l’autorizzazione a procedere per il senatore dell’Ncd, Giovanni Bilardi. Altri provvedimenti investono invece l’ex capogruppo dell’Udc e poi assessore regionale nella Giunta Scopelliti, Alfonso Dattolo, e gli ex consiglieri, Giovanni Nucera (Udc); Pasquale Tripodi (Centro democratico); Nicola Adamo (Pd) intestatari di divieto di dimora. Nel provvedimento della Procura di Reggio Calabria risultano indagati diversi consiglieri regionali, a molti dei quali è stato notificato un provvedimento di sequestro dei beni per equivalente. Tra gli indagati e destinatari del sequestro risultano anche l’attuale vicepresidente della Giunta regionale, Vincenzo Ciconte, l’attuale presidente del Consiglio regionale, Antonio Scalzo, e l’assessore in carica per il centrosinistra, Carlo Guccione. Per tutti le accuse sono di peculato e falso in danno della Regione Calabria. A seguito di complesse attività investigative che hanno riguardato la precedente consiliatura regionale, ovvero gli anni 2010/2011/2012, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, in collaborazione con altre articolazioni territoriali della Guardia di Finanza, hanno accertato, anche grazie ad intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, diverse discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei Gruppi consiliari regionali degli anni in oggetto dell’operazione e quanto documentato mediante le presentazioni del rendiconto “annuale”, modificando il corretto impiego istituzionale per cui i fondi pubblici erano stati destinati. In alcuni casi è stata riscontrata anche la presentazione di una doppia documentazione di spese al fine di ottenere dalla Regione un doppio rimborso. Le condotte illecite contestate sarebbero emerse dai documenti acquisti in Consiglio regionale nonché da accertamenti bancari, indagini tecniche, riscontri contabili esterni finalizzati alla “verifica oggettiva e soggettiva” delle operazioni documentate dai vari esponenti politici.