Popolo della Famiglia: ripristiniamo l’istruzione agraria nel nostro territorio

istiuto agrario

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CASTROVILLARI – Mancano Istituti Agrari. A denunciarlo è il portavoce del Popolo della Famiglia Gianni Donato il quale in una nota stampa mette in evidenza come negli ultimi anni si sia “assistito, impotenti di fronte all’assordante  silenzio delle Istituzioni, alla morte dell’Istruzione agraria nella pianura di Sibari.  Sono, infatti, stati chiusi, soprattutto per decisioni dettate da mere considerazioni opportunistiche, gli Istituti Professionali per l’Agricoltura e l’Ambiente di Sibari e di Rossano e quello di Spezzano è rimasto solo con due classi. Si è preferito dare maggiore spazio alla creazioni di Istituti Alberghieri, moltiplicati senza criterio nel  territorio, dimenticando che l’agricoltura è uno dei fondamentali  volani di sviluppo della Calabria”. E’ inconcepibile  – continua ancora Donato – “come nella “ patria” dell’agricoltura manchino i luoghi preposti alla preparazione di tecnici qualificati. Ci sono, infatti, decine di aziende agrarie che devono utilizzare queste categorie  professionali importandole da altre zone della Calabria o del Meridione : tutto ciò avviene nel completo disinteresse delle Amministrazioni comunali che dovrebbero farsi carico di indicare alla Provincia le potenzialità del territorio attraverso l’istituzione di nuovi corsi di studio”. Pertanto il Popolo della Famiglia“invita i Sindaci della zona a farsi carico di questa problematica ed a valutare l’opportunità di ripristinare, almeno per il momento, l’Istruzione agraria nel bellissimo edificio già sede dell’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente di Sibari, dotato ancora, credo, di strutture realizzate nel passato ed ora abbandonate per far posto ad altro tipo di indirizzo scolastico”. Sarebbe – conclude Donato – “l’inizio di una ripresa di un’attività didattica finalizzata allo sviluppo del territorio che potrebbe contagiare altre località della zona del Pollino e della Sibaritide, onde concedere opportunità professionali ed occupazionali ai numerosi giovani, moltissimi dei quali abbandonano, di anno in anno, la nostra terra”.