PDF: Sanità, importante riaprire tavolo di concertazione

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CASTROVILLARI – Il cosiddetto “ Tavolo Adduce” momento di incontro tre il Ministero delle Economie e delle Finanze e la Regione Calabria, per verificare l’andamento del Piano di Rientro dal debito sanitario calabrese,ha ridisegnato, in modo negativo, il volto della Sanità calabrese, avendo evidenziato un disavanzo di 160 milioni di euro, che costringerà ad un blocco del turn over ed all’aumento delle aliquote fiscale per i Cittadini”.  Ciò “ha provocato le reazioni della Politica, praticamente espropriata da un decennio della gestione della Sanità regionale, nonché delle organizzazioni sindacali”. C’è da dire, infatti, afferma il portavoce regionale del Popolo della Famiglia Giovanni Donato “che, ad un’analisi più approfondita della situazione contabile, il disavanzo non ammonterebbe a 160 milioni di euro, cifra che farebbe scattare la tagliola dell’aumento delle aliquote fiscali, bensì a 98 milioni ( seppur di enorme e deplorevole entità) , poiché sarebbero emerse discrasie contabili, palesando doppi, se non tripli, pagamenti per la mobilità passiva; somme non dovute all’Agenzia delle Entrate; tanti altri errori, debitamente rappresentati sia al MEF che al Ministero della Salute”. Secondo Donato “sarebbe, quindi, opportuno riaprire un tavolo di concertazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la partecipazione della Regione, i Sindacati, il MEF, il Ministero della Salute, per evitare che la mannaia del blocco del turn over e dell’aumento delle aliquote fiscali si abbatta, pesantemente, sui Cittadini calabresi. Il Partito della Famiglia infine “è molto preoccupato per lo stato di salute dell’Ospedale di Castrovillari, una volta fiore all’occhiello della Sanità calabrese, che sta rischiando lo smantellamento”per  “lendemico declassamento di alcune Unità Operative Complesse. Tutto ciò provoca enormi disagi all’utenza e gravi problemi per la salute dei Cittadini che, visto il precario stato evidenziato, riescono, a mala pena, ad usufruire dei livelli minimi di assistenza”.