Nuove speranze contro il tumore al pancreas. Lo studio condotto dal Cnr di Rende

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COSENZA – Nuove speranze per la cura del carcinoma del dotto pancreativo giungono da uno studio pubblicato su Scientific Reports dall’Istituto di nanotecnologia del Cnr, sede di Rende, in collaborazione con un team di ricercatori francesi e spagnoli. Una molecola utilizzata da tempo per curare gli stati d’ansia si è rivelata utile ad interferire nell’attività di una proteina a struttura disordinata, coinvolta nei processi di sviluppo del tumore al pancreas. Protagonista di questa scoperta è Bruno Rizzuti del Cnr Nanotec di Rende, castrovillarese che in una intervista ha dichiarato come «la ricerca è cominciata con lo screening di oltre mille farmaci già approvati per varie indicazioni terapeutiche. L’uso combinato di tecniche sperimentali e di simulazioni al calcolatore ha permesso di identificare alcuni di questi farmaci in grado di interagire con la proteina Nupr1. Esperimenti ‘in vitro’ hanno poi dimostrato che i composti selezionati sono capaci di diminuire la vitalità delle cellule tumorali, di ridurne le capacità di migrazione e di sopprimere completamente la possibilità di formazione di colonie. Il composto più efficace – una molecola nota come trifluoperazina, finora utilizzata solo per la sua azione antipsicotica – è stato sperimentato ‘in vivo’ su cellule del tumore del pancreas umano trapiantate su modelli murini, e si è dimostrato in grado di arrestare completamente lo sviluppo della malattia. La molecola in questione ha avvalorato un’efficacia antitumorale superiore perfino ai più potenti trattamenti chemioterapici finora disponibili. Inoltre, lo studio prova che questa nuova molecola non costituirebbe solo un’alternativa ai farmaci già noti, ma può essere combinata con questi per aumentare l’effetto terapeutico complessivo». Il cancro al pancreas è uno dei tumori più letali e i farmaci finora a disposizione per combatterlo sono solo i generici trattamenti chemioterapici. Il coinvolgimento in questa patologia della proteina Nupr1, appartenente alla classe speciale delle ‘proteine intrinsecamente disordinate’, è stato dimostrato fin dagli anni ’90 da un’équipe dell’Istituto nazionale della sanità di Marsiglia. L’obiettivo di individuare una molecola in grado di inibire questa proteina è stato ora raggiunto grazie a uno studio condotto dall’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Rende, in collaborazione con l’Università della Calabria e varie unità di ricerca spagnole, tra cui le università di Elche e di Saragozza, il Centro di malattie epatodigestive di Madrid e il Cancer Center di Marsiglia.