Abbassa la Benzina: in Calabria si prova a realizzare il primo gruppo d’acquisto carburante.

Vitelli altroconsumo

Vitelli altroconsumoCATANZARO – Scegliere il fornitore in modo collettivo, stabilendo le regole del gioco, fissando il prezzo, ottenendo sconti, trasparenza. Negoziando con forza seduti al tavolo dei player del mercato. Abbassa la Benzina è questo: ottenere gli stessi successi raggiunti grazie alla forza d’urto di gruppo. In Calabria, dichiara Pietro Vitelli responsabile di Altroconsumo Calabria, una famiglia spende di media 1.550 euro all’anno di benzina. Scegliendo il benzinaio meno caro, tenendo una condotta di guida intelligente e un’auto sempre efficiente, si può risparmiare anche 150 euro all’anno. Aderire al Gruppo d’acquisto Abbassa la Benzina è semplice, gratuito e senza impegno. Le tappe dell’adesione saranno scandite da alcuni passaggi fondamentali. Fino al 7 luglio 2015, attraverso il sito altroconsumo.it si potrà aderire. Poi a maggio-giugno inizierà la negoziazione con le compagnie petrolifere per ottenere uno sconto sull’acquisto di carte carburanti a scalare o vantaggio simile e dal luglio al 31 ottobre 2015 emailing personalizzato a tutti gli utenti che avranno aderito per comunicare l’offerta (o le offerte) che consentiranno di risparmiare sul carburante e le modalità di sottoscrizione., «Abbassa la Benzina – continua Pietro Vitelli – è il primo gruppo d’acquisto in Italia a livello nazionale ha solo due precedenti in Europa, grazie alle organizzazioni del network Altroconsumo in Spagna e Portogallo. E’ un modello di approccio al consumo che trae la sua forza dalla condivisione delle informazioni e dei beni. Altroconsumo vuole informare anche i cittadini residenti nella Regione Calabria sui benefici derivanti dalla condivisione, promuovendo l’idea e fornendo esempi concreti come i gruppi d’acquisto, che l’accesso possa generare valore collettivo. Come costruire – conclude Pietro Vitelli – il futuro anche sul territorio calabro, farne parte, non essere semplici spettatori, col modello della collaborative consumption, attraverso una tutela sempre meno paternalistica».