CASTROVILLARI – Sabato 10 febbraio, alle 21 al Teatro Sybaris del Protoconvento Francescano, l’associazione culturale Aprustum porta in scena una delle più antiche farse dialettali calabresi: l’Organtino di Cesare Quintana, immagine simbolo della ricca kermesse del 60° Carnevale di Castrovillari e Festival Internazionale del Folklore. La regia dello spettacolo, realizzato in stretta collaborazione con la Pro loco e con il patrocinio del Comune di Castrovillari e del Parco Nazionale del Pollino, è affidata a Casimiro Gatto. Sulla scena del Sybaris ci saranno Martina Aloisio, Fedele Battipede, Antonio De Biase, Ivan Donadio, Luca Donadio, Domenico Donato, Luigi Grisolia, Domenico Perri, Luigi Pulice e Katia Sartore che reciteranno con le maschere realizzate per l’occasione da Maura Bianchini e Domenico Martire e i costumi disegnati da Francesca Tocci e confezionati dalla Sartoria Conte di Marene di Castrovillari. La tradizione dell’Organtino si perde nella notte dei tempi. Secondo l’autore della riscoperta, Giulio Palange, studioso di teatro dialettale calabrese, Organtino nacque a Castrovillari nel 1635 e fu il primo testo teatrale in dialetto calabrese. In quell’anno, proprio nel giorno di Carnevale, la farsa venne rappresentata in piazza San Giuliano, antico cuore della città. Il manoscritto di Organtino, conservato per oltre 3 secoli e mezzo, venne trascritto nel 1990 da Palange che per primo riuscì a delineare i lineamenti psicologici di questa maschera tratta dal mondo pastorale arcaico della nostra regione. Organtino è un pastore che, baciato dalla fortuna, diventa massaro e diventando padrone dimentica facilmente, e con rozza e soverchiante arroganza, le sue origini. I suoi ex compagni, pastori miserabili ed oppressi, diventano sfruttati. Il padrone teme le rivalse degli sfruttati, soffre al pensiero di poter essere derubato nella conta giornaliera delle pecore, degli agnelli, delle ricotte, dei formaggi. E vuole, con cieca determinazione il rendiconto giornaliero.